Per l’ennesima volta collidiamo con i mille mondi del magmatico maitre della Minus Habens che, nuovamente, ci investe di visioni notturne involontariamente (?) carpite ad un immaginario orchestrale e cinematografico. Balzano davanti agli occhi immagini di cartoon sepolcrali come Nightmare Before Christmas, ma anche del pungente Coraline di Neil Gaiman. Questo lavoro sembrerebbe quasi un auspicio o meglio l’ incantesimo che potrebbe consentire ad Ivan Iusco il balzo verso quelle grosse produzioni sonore d’oltreoceano che molti anelano. Eternamente sfuggente ma garbato, l’immaginario dell’artista si perde in liquidi riflessi che aerei e cistallini galleggiano nell’aria senza mai posarsi. I paragoni scomodano nomi ingombranti quali Hans Zimmer, Cliff Martinez o addirittura Jerry Goldsmith: una certa bombastica casta a “molti zeri”. Più ascoltiamo Transients e più prendiamo coscienza delle bruciante ambizione dell’autore, ormai troppo stretto nel nostro paese e deciso a giocarsi il tutto per tutto. Noi che seguiamo il suo credo da quasi trent’anni non possiamo che incrociare le dita e aspettare la svolta definitiva. Buona fortuna Ivan.