High Llamas – Hey Panda (Drag City, 2024)

A 64 anni suonati Sean O’Hagan, insieme alla figlia Livvy ed ad un manipolo di giovani collaboratori si tuffa senza remore in un mare dove fioccano auto-tune, r’n’b contemporaneo ed un giovane produttore come Fryars, con il quale già aveva collaborato nel suo lavoro Rachel in Fairyland. Ne escono sbalzi fra il pop che conosciamo, arioso e celestiale e sferzate urbane come nella magnifica Fall Of the Mountain, poi ci sono le chitarrine e le melodie, la voce di Sean ed il suo mondo incantato, anche se sempre gli sia stato aggiunto una tinta più spiccata, sempre rispettando arrangiamenti ed eleganza per trovare quadrature del cerchio come nella splendida Bade Amey. Il Giappone insieme a Rae Morris in una Sister’s Friends elegante e toccante, oppure l’incrocio con Bonnie Prince Billy in una How the best was won che potrebbe realmente sembrare una smargiassata neo soul / r’n’b non fosse che è francamente irresistibile. Hey Panda è un disco che ad un primo ascolto destabilizza, potrebbe anche infastidire, ma poi entra sottopelle presentandoci un’artista che non ha remore di sperimentare riuscendo ad unire mondi in nome di quella splendida parola che in inglese sta sia per suonare che per giocare: play. Orecchiabile, mai scontato, curioso e talvolta bizzarro, non scrive con questo disco il suo capolavoro (non ne ha bisogno, la sua carriera ne ha già di vergati), ma riesce a suonare ne anziano ne giovane ad ogni costo, bensì unico e personale. Hey Panda ha anche dei difetti, quello principale sta nell voler mantenere il piede in due scarpe, con un passo ben diverso, fattore che dà l’impressione di essere alle prese con un disco scostante ed impreciso. Forse, scelta la via da percorrere sarebbe stato meglio schiacciare l’accelleratore fino in fondo per capire cosa sarebbe potuto succedere, mentre ci ritroviamo con dei brani, soprattutto nella seconda metà dell’album, indecisi e superflui (uno su tutti Hungriest Man). Ma la perfezione non è ciò che cerchiamo in un album che è partito prendendo spunto da stralci animaleschi su tik tok; no, ci bastano dei momenti di illuminazione, brani ai quali affezionarci e momenti indimenticabili. DI questi Hey Panda ne è ben colmo, fattore che ci fa ringraziare ancora una volta Sean O’Hagan, i suoi animali e la sua ciurma.