Jesus and Mary Chain – Glasgow Eyes (Fuzz Club, 2024)

Seriamente, che dovremmo dire ancora dei Jesus and Mary Chain? Sette anni dopo Damage and Joy tornano con un disco che, tranquillamente ed in scioltezza, dimostra per l’ennesima volta di che pasta siamo fatti i fratelli Reid. Rock’n’roll, fuzz, deboscia, oggi come 40 anni fa. Certo, c’è il mestiere al posto della sorpresa, ma ci sono le loro canzoni, da sempre in equilibri tra melodia e fragore. C’è moltissima carne al fuoco, ben 12 brani registrati al Castle of Doom di Glasgow, studio di proprietà dei Mogway, per un vero e proprio saliscendi di emozioni. C’è il suono classico (l’aprente Venal Joy ed il singolo Jamcod, gli States di 30 anni or sono, aperture luminose come Mediterranean X Film. Quando poi scelgono di rallentare i ritmi ci si ritrova in una melma affascinante, come una Pure Poor ed il suo incedere che sembra quasi ricalcare una potenza, uno slancio monco e tarpato. Poi il tributo, fenomenale, di The Eagles and the Beatles, in un treno di canzoni che scivolano fuori dal tempo. Semplicemente Jesus and Mary Chain, acidi, romantici, dannatamente sexy, in grado di dare la polvere a parecchi giovincelli. Hey Lou Reid, l’ultimo brano, è fantasticamente marcio e dimostra quanto avanti ancora siano i fratellacci, liberi ormai di fare qualsiasi cosa vogliano, giostrandoci fra luci e buio, senza mai perdere la poesia.
Per chi se li vedrà fra due settimane, il 17 aprile a Milano potrebbero essere una sorpresa, per l’ennesima volta…