Fight Club – Feedback (Sidi/Tornado Ride/Fucking Clinica/Tropo, 2010)

Infrangiamo la prima regola e parliamo del Fight Club: un terzetto bergamasco dedito a un hardcore sparato senza “se” e senza “manella tradizione di Dropdead e compagnia, per cui “convinzione” vale più di “innovazione” e lo stare al passo coi tempi, nel senso di tendenze musicali, è felicemente barattato con lo stare alla pari dei mezzi più veloci sulla corsia di sorpasso dell’A4. A cavallo di uno skate. Quasi più Fast & Furious che Fight Club, nel loro CD trovate quello che sapete: basso gorgogliante che traccia il solco, chitarra scevra di metallizzazione, batteria senza freni, cantato in italiano, diretto contro tutto e tutti, che nei momenti a velocità meno smodata, quando diventa minimamente comprensibile, evoca le glorie HC di casa nostra. Ovviamente si è nell’ambito del già detto/già sentito, starà all’ascoltatore, a seconda dei gusti, considerare una gioiosa conferma o una noiosa ripetizione quello che è comunque un prodotto indiscutibilmente ben fatto e ben suonato, arricchito da un digipack con testi e grafiche patologico/apocalittiche a metà strada fra Carcass e Integrity. Per quel che mi riguarda, da ex-ascoltatore del genere per raggiunti limiti di età, si tratta di un piacevole diversivo se preso in quantità non eccessive, e le 18 canzoni in 19 minuti (compresa una fantasmatica versione della sigla di Batman) è proprio la dose che ci vuole, perché, come recita Sempre In Guerra: “nel cielo c’è già il tuo nome di morto supersonico”.