Don’t Mess With Texas – Los Dias De Junio (Moonlee, 2007)

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Don’t Mess With Texas, letteralmente "non fare il furbo con il Texas" (pare fosse scritto sui cartelli stradali del simpatico stato statunitense), sono un quartetto di post rock strumentale proveniente da Zagabria, Croazia. Essenzialmente cinematici, malinconici e predisposti al fraseggio in minore, quando non finemente epici ed emotivi, riescono ad evitare le soluzioni più ovvie (quiete, crescendo ed esplosione) in favore di atmosfere più dimesse e intriganti.

Se il telaio principale si fonda sulle strutture portanti di chitarra basso e batteria, a disegnare la maggior parte delle melodie ci pensano un piano e, talvolta, un synth programmato con i suoni degli archi (vorrete mica farmi credere che sono archi veri? Se si vorrei parlare con il vostro tecnico del suono). Nonostante l'apparente omogeneità del disco, ogni brano riesce ad avere una sua personalità, tanto che, per suggestione, durante l'ascolto, cercando qualche nome da appiccicare alla recensione, ho divagato dai Milemarker, per il suono del synth e il giro di chitarra nei primi due minuti di Los Dias De Junio, il brano che apre il disco, ai Dilute, per l'arpeggio di He Builds Houses Like Tree, ai Rachel’s, per l'incedere classicheggiante del piano, senza riuscire mai a mettere bene a fuoco, confuso anche un po' da quella Kad Ja Podoh, rifacimento di una canzone tradizionale croata che sbuca a metà disco, che potrebbe essere il lato B di qualche Nick Cave d'annata se solo fosse cantata. E tutto ciò è sicuramente il pregio principale del disco. Se ci devo trovare un difetto, invece, punterei il dito sul piano/synth che trovo a tratti decisamente invadente e barocco, una maggior asciuttezza formale da parte sua non sarebbe stata forse disprezzabile, ma in fin dei conti è appunto un volere mettere a tutti i costi i puntini sulle "i" e nei fatti Los Dias De Junio si rivela un buon disco, probabilmente superiore a molti altri nel genere.