Ed Wood Jr – Silence (Swarm Records, 2011)

"Inspired by Don Caballero, Battles or Monument To Masses", dicono le note stampa che accompagnano Silence e davvero questa recensione potrebbe finire qui. Ma possiamo aggiungere ancora qualcosa: che ci sentiamo qui e là qualche reminescenza hard rock alla Queens Of The Stone Age, e che tutto il CD gode di numerosi aspetti positivi: strutture dei pezzi decisamente compatte ed efficaci, un’ottima produzione, suoni di chitarra molto belli ed un uso dell'elettronica assolutamente calibrato e non scontato.

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Diane And The Shell – Barabolero (Doremillaro (sb)Recs, 2011)

Ultimamente fatico parecchio a scrivere recensioni, ma non segnalare questo Barabolero, seconda fatica dei catanesi Diane And The Shell sarebbe un crimine veramente grosso. Mi spiace dover ricorrere a generi, etichette e formule, ma qualche coordinata è necessario darla: musica strumentale, chiamiamola se vuoi math rock. Ma di una fantasia e di una perizia tecnica che non è così facile trovare in giro. Mi riferisco in particolare agli intrecci che il quartetto riesce a creare, non c'è un passaggio superfluo neanche a cercarlo (uhm si, forse quel pezzo a cappella era evitabile), sembra di vedere tanti piccoli ingranaggi che ruotano e si incastrano precisi e veloci.

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Don’t Mess With Texas – Los Dias De Junio (Moonlee, 2007)

Don’t Mess With Texas, letteralmente "non fare il furbo con il Texas" (pare fosse scritto sui cartelli stradali del simpatico stato statunitense), sono un quartetto di post rock strumentale proveniente da Zagabria, Croazia. Essenzialmente cinematici, malinconici e predisposti al fraseggio in minore, quando non finemente epici ed emotivi, riescono ad evitare le soluzioni più ovvie (quiete, crescendo ed esplosione) in favore di atmosfere più dimesse e intriganti.

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31Knots – Talk Like Blood (Own/Polyvinyl, 2005)

La prima cosa che ti dice il fido Google se cerchi 31Knots è: 31 knots = 15.9477778 m/s. La prima cosa che ti dice il fido archivio di Sodapop se cerchi 31Knots è: due album ed un EP all'attivo per la 54°40' or Fight!… e poi? Un cambio di etichetta, e l'arrivo del nuovo batterista, un certo Jay Pellicci che come musicista (Dilute tra gli altri) e come tecnico del suono (assieme al fratellino Ian) ha centrato dei bei dischi; ma soprattutto un cambio di orizzonti, già anticipato nel mini The Curse Of The Longest Day (sempre su Own): dal mathrock alla melodia, senza perdere però per strada la propria identità.

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