Colleen Green – Sock It To Me (Hardly Art, 2013)

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In heavy rotation in macchina da settimane, il disco di Colleen Green verrà testè premiato con una recensione incensante. Drum machine e la sicurezza di una chitarra in leggero overdrive che segue ciò che si canta – Number One, Darkest Eyes -, qualche venatura di elettronica da un synth pop 80s – Time In The World, Close To Me – che dà un pò più colore ai dieci pezzi di Sock It To Me, peraltro tutti papabili singoli di cui innamorarsi pressochè perdutamente, e non serve altro. La voce di Colleen – probabilmente cresciuta a pane- Ramones e College Radios – è dolce e morbida sulle tracce di costruzione minimale, ma molto efficace, visto che fanno ripensare alle magistrali Sleater Kinney piuttosto che alle That Dog o alle più recenti Dum Dum GirlsYou’re So Cool, Heavy Shit -. Caro vecchio primo-indie-pop! viene da esclamare, mentre Sock It To Me – primo vero album della giovane californiana, visto che dal 2010 esistono solo due mezzi EP e un EP vero e proprio – gira in sottofondo. Comunque, tanto per la cronaca, oltre che brava e molto carina (la potete vedere nel video di Taxi Driver), Colleen ha un blog. Ok, ok, come circa la metà della popolazione mondiale che possiede un pc, però il suo lo trovo divertente (non è da tutti i bloggers, diciamocelo) e riporta spunti interessanti (poesie, appunti di vario genere, film consigliati, porno consigliati…). Beh, per chi è curioso, lo trovate qui.