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Pre – Epic Fits (Skin Graft, 2007)

Quello che mi chiedo ora è se ci sia una qualche connessione tra ritardo mentale, animali dall'espressione poco sveglia, rifferama metalluso, strilli acuti di tipa e collage. Evidentemente qualcosa ci deve pure essere se questa formula è arrivata su su fino alla Skin Graft. Come spesso accade in questi frangenti, a noi arrivano le briciole e solo brandelli dei meccanismi rodati altrove. Non bastano le sacche spastiche di Roma e dell'asse Bologna/Treviso per giustificare la completa devoluzione del machismo metallaro (alla Giorcelli per intenderci) o della musica intelligente contemporanea (alla Ferraris, dunque) come ultimi baluardi evolutivi dell'hardcore. Pare che il riflusso liberatorio scaturito anche dall'ottimo lavoro che fece, ormai una decina di anni fa, la Skin Graft, non sia riuscito a ledere le buone maniere di chi ascolta, fa ascoltare, figlia e si riproduce solo con l'hardcore di deriva classica. Insomma pare che il grosso del nostro popolo non sia ancora pronto a rivedere i propri schemi quando si tratta di digerire della musica veloce e sgraziata, fedeli alla morte.

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Princesa – J.P. (Madcap Collective, 2008)

Come dicevamo, in generale quando si parla di Madcap si parla di folk o comunque di canzoni con tutti i crismi della canzone, affrontati in modo diverso a seconda del musicista ma canzone è e resta. A differenza di Rottin, Princesa si trova in ambiti tutt'altro che lo-fi e parlerei di canzoni ben rifinite, smussate e patinate in modo da essere ampiamente fruibili. Depressione che regna sovrana ma anche stralunamento, alla Nick Drake? Anche, ma direi che soprattutto quando le canzoni rimangono sulla ballata morbida, l'eredità sia quella di Arthur Lee o gente del genere, non dico che sia paternità verificata tramite esame del DNA, magari si tratta semplicemente di aver ereditato quel tipo di stile da altri che qualche bel viaggio sui dischi dei Love, dei Beach Boys e altra gente di quel periodo se l'è fatto.

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Andrea Rottin – Songs About Nightmares (Madcap Collective, 2008)

La Madcap continua imperturbabilmente nel suo percorso all'insegna del folk, per dirla tutta: dell'indie-folk. Anche questo disco firmato Andrea Rottin non si sottrae dalla denominazione di origine controllata di cui parlavamo, anche perché sembra che a Rottin non crei alcun problema e venga molto spontaneo suonare in questo modo. Se siete già pratici di quest'etichetta del nord-est saprete anche che bene o male si occupa di folk melodico ma tutto sommato eterogeneo, quindi si passa da quello rifinito e ben prodotto come Beatrice Antolini a quello ruvido e sghembo Little Brown And Pentolino transitando anche in questo Songs About Nightmares che potrebbe essere ascritto nella seconda categoria e cioè del folk suonato in modo fieramente lo-fi.

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Xp_Devices – Starrust & Ballast (DeVega, 2008)

E se come fermamente penso, Bobby Soul è il "Re Mida della Superba", nessuno meglio dei due giovani Xp_ Devices poteva valorizzarne di più la duttile e strisciante voce per questo entusiasmante debutto. Per inciso, questo non è un side project del Ragionier De Benedetti, ma al contrario, in una contesto di contaminazione ad ampio respiro (sempre e comunque in ambito elettronico) rappresenta solo un tassello di un colorato affresco dance iperenergetico ed evocativo. Schegge di Daft Punk (nel senso più metal della parola), coniugate alle turgide tastiere di vecchia scuola ZTT esplodono in una colonna sonora perfetta per uno 007 interpretato da Henry Rollins.

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