Jeff Gburek – Four Inexplicable Cuts & Two New Poems Aloud In The Field (Akashic, 2023)

Jeff Gburek è un chitarrista allargato, nel senso che oltre al pizzicare lo strumento la sua visione sonora comprende field recordings, composizioni eletto acustiche, elettronica, poesia, oggetti organici molto altro. Studia il gamelan balinese e giavanese, oltre a teorie di Harry Partch ed Iannis Xenakis.
Non stupisce quindi che la scoperta di alcune composizioni registrate sul campo durante viaggi tra Polonia, Slovacchia, Romania e Bulgaria risultino essere quanto di più eccitante possiate ascoltare in questa dolce primavera. Suono errante e libero, colmo di natura, enzimi e fertilizzanti. Il “campo” qui non è il semplice ambiente, bensì la grassa composizione di terreno florido, ivi compresi voli di insetti e gracidare che riesce a comprimere in un esaustivo corpus sonoro. Le corde dei suoi strumenti si sposano con i trilli e gli interventi di voci umane, per un ritratto ondivago di una natura in perenne movimento, rigogliosa e nella quale l’essere umano non è che un piccolo elemento. Nel terzo inesplicabile taglio la visione sembra alzarsi aerea e maggiormente elegiaca, ad illustrare un microcosmo unito alla volta celeste e cosmica. Nel quarto movimento torniamo invece sulla terra, i rintocchi della chitarra sembrano trasmettere una visione sul campo, una sorta di comunione contemplativa dell’ambiente, con delle melodie a dipingere un quadro di un Placidi armonia ronzante. Chiudono due poesie sonore di pasta western, grandi spazi, grandi suoni.
Quella di Jeff Gburek è una storia da seguire con attenzione, o, per lo meno, da accompagnare per un tratto di cammino sul campo.