Buffalo Grillz – Manzo Criminale (Subsound, 2012)

BuffaloGrillzManzoCriminale

Grind ad alzo zero, una linearità di esecuzione ed una fantasia negli arrangiamenti pari a quella di un gibbone chiuso in gabbia. Al confronto di Buffalo Grillz, Magrudergrind e Mumakil sembrano Brunelleschi e Michelangelo dinnanzi alla creazione. Probabilmente il prodotto ha un suo pubblico, sia chiaro, non siamo palati fini: lo sconcerto non è certo per la brutalità, quanto per la mancanza di creatività, di fantasia, insomma di cose da dire. I pezzi si snodano nella totale piattezza di riffs e latrati come se non ci fosse un domani. Certo, l’ironia contraddistingue la band, tanto nell’artwork quanto negli intro, proponendo un sussuguirsi di schegge cinematografiche gustose da Fantozzi al meglio (peggio) del cinema italiano e non. Ovviamente intro e giochi di parole sono un po’ poco per salvare una band che certo si guadagna la nostra simpatia, ma non la nostra stima. Oppure, per spallarmi, potrei dire che è tutta colpa del canto del cigno dei capitolini Inferno, appena recensiti, visto che loro la cappella sistina l’hanno appena affrescata. Sigh.