Addirittura due uscite di remix per Anyway Your Children Will Deny It dei Father Murphy: un 12″ con il disco intero fatto a pezzi e ricomposto da molti nomi interessanti e in aggiunta pure un 7″ con altre due reinterpretazioni, segno che gli italiani fanno sempre più le cose in grande e trovano anche il tempo per celebrare il loro ultimo lavoro, uscito anch’esso per la Aagoo. Nel 12″ iniziano gli Happy New Year trasfigurando How We Ended Up With Feelings Of Guilt in una versione elettrificata e danzereccia, con batteria e basso pulsanti e voci in primo piano che non difetta di fascino e gusto; W.H.I.T.E. prendono His Face Showed No Distortions lasciando in evidenza il grido del kazoo e aggiungendo tribalismi vari di contorno fino alla intrigante ed estatica coda finale. Gli Zulus sembrano candidare la loro versione di It Is Funny, It Is Restful, Both Came Quickly ai dancefloors con un attacco che riprende la frase di cantato e poi pare indirizzarsi verso gli Underworld più anthemici, ma invece finiscono in un incubo spettrale di voci sovrapposte. Gli Thulebasen risuonano Diggin’ In The Bottom Of The Hollow con un taglio new wave tastierato molto azzeccato, e anche Yvette muove In Praise Of Our Doubts su coordinate simili, più industrial rock. Noel Harmonson dei Sic Alps sottrae e rende scheletrica e desolata Their Consciousness, i Black Dice invece si lavorano per bene In The Flood With The Flood irriconoscibile in veste ballabile; chiudono EMA con una versione ulteriormente romantica di Don’t Let Yourself Be Hurt This Time. Nel 7″ Philippe Petit rende nel suo modo tutto personale la scheletrica Diggin’ In The Bottom Of The Hollow, fra fruscii, echi di sega e nastri, mentre gli Indian Jewelry in His Face Showed No Distortions e lasciano in evidenza le note d’organo accompagnate da un sottofondo di elettronica rendendo il brano ancora più scarno. Esperimenti interessanti, che dati i nomi in gioco non hanno fatto fatica ad estrarre e ricomporre buona musica partendo da un disco già in origine molto valido.