Batbait, lavando i panni sporchi con Gianna Brühwiler

Le GIANNA con Dirty Clothes, il loro primo album lungo, hanno portato una ventata di freschezza alla scena Indie Rock svizzera, con una vera e proria ascesa, iniziata con la vincita del premio Demotape Clinic nazionale e la pubblicazione dell’esordio. Un’occasione ghiotta per farci qualche chiacchiera, capire come tutto questo sia successo e cosa significhi mischiare sette dannate note anno dopo anno riuscendo a far alzare le antenne agli ascoltatori anche dopo anni di allenamento quotidiano. Gianna Brühwiler, cantante e chitarrista, si è prestata volentieri a quattro chiacchiere via mail con noi di Sodapop.

SODAPOP: Ciao Gianna, Ciao Batbait!
In tre anni avete fondato il progetto, vinto il premio Demotape Clinic e pubblicato un sorprendente esordio come Dirty Clothes (su Irascible Records). Posso chiederti un po’ a proposito del vostro progetto? Ascoltando il disco ho sentito una certa atmosfera da golden age dell’Indie Rock (quando questo termine aveva un significato ben preciso) e l’intero album mi riporta a quella giovane età! Potresti spiegarci quali sono stati I punti in comune che vi hanno fatto incontrare?
GIANNA: Allora, Batbait è iniziato come progetto di Sandra e mio mentre studiavamo alla ZHdK intorno al 2018/19. Iniziammo a provare liberamente qualche volta ed a quel punto un professore ci chiese di esibirci al party dei diplomi nell’estate del 2019. Simona, la bassista, a quel tempo era in Cina e quando ritornò la costringemmo ad unirsi a noi per il concerto. Scrivemmo un pugno di canzoni in tre mesi e partimmo così. Alanah, la nostra batterista, si unì a noi nel 2020. Cercavamo qualcuno che potesse giocare oltre le nostre batterie elettroniche ed Alanah ci aveva appena scoperti e scritturati per un locale per il quale lavorava. La Golden Age dell’Indie Rock è qualcosa che abbiamo ascoltato da teenagers e che abbiamo ritrovato essere un nostro tratto comune. Ascoltiamo diversi generi ma ci incontriamo a mezza via tra Indie / Garage / Punk e Post-Punk, che sono anche i suoni che amiamo ascoltare dal vivo.
Cosa ci tiene insieme è sicuramente l’urgenza di suonare e di scrivere canzoni, sin da quando non avevamo esperienza nel suonare in una band o avessimo studiato professionalmente i nostri strumenti. C’è della curiosità riguardo a questo che non si spegne mai e cresce in continuazione suonando e girando insieme. Ciò che abbiamo scoperto in questo periodo insieme fa parte di una bellissima esperienza.

SODAPOP: Zurigo credo possa essere una buona partenza per concerti e, più in generale, per scoprire musiche ed atttività artistiche. Ho vissuto 20 anni fa a Lucerna e settimanalmente era la mia tappa per l’acquisto di dischi (Jama Rico e Karbon soprattutto) e concerti (Rote Fabrik su tutto). Immagino sia già un bel traguardo esplodere in una città del genere. Come si è evoluta la scena cittadina in questi anni? Avete avuto qualche riscontro anche dall’estero rispetto al vostro debutto?
GIANNA: Come adolescente Zurigo è stata una tappa importante per me, perché potessi creare delle connessioni con il tipo di musica che amavo ascoltare. Sono cresciuta a Romanshorn e quando avevo circa 16/17 anni iniziai a bazzicare i concerti zurighesi in clubs come il Kinski, l’Abart ed il Komplex, che frequentavo regolarmente. Anche se le trasferte erano impegnative il poter vivere l’esperienza di concerti come quelli di Editors, Bon Iver e Metronomy (solo per fare qualche esempio) era la cosa migliore per me e sono stata parecchio felice di poter collezionare queste memorie.
Per quanto riguarda la scena cittadina non conoscevo personalmente molta gente prima di iniziare a suonare. Ma andando regolarmente ai concerti in luoghi come Helsinki, Bogen F e Boschbar inizi a rivedere spesso facce familiari e credo che la scena svizzera sia ben collegata in generale grazie ad etichette, spazi per la musica dal vivo e piccoli festival. Non appena il prgetto ha iniziato a guadagnare un po’ di visibilità è stato facile conoscere altri musicisti, quindi la scena non appariva più così grande per me. Credo che i social media abbiano cambiato anche molto la situazione, creando possibilit`adi connessione continua fra un progetto e l’altro anche proima di incontrarsi fisicamente. C’è d’altra parte un po’ la sensazione della piccola bolla chiusa e sembra dificile da esordiente risucire a trovarne l’accesso, per cui è necessaria anche un pochino di fortuna in questo senso.
Fuori dalla Svizzera abbiamo ricevuto dei bei passaggi radio ed alcune recensioni da Germania, così come da Francia, Italia ed Austria, il che è parecchio fico. Attraverso la nostra etichetta ed agenzia siamo anche in contatto con locali esteri quindi speriamo di riuscire ad aprire qualche porta per futuri concerti!

SODAPOP: Splendido! Spero di riuscire a vedervi al vostro prossimo pasaggio in Ticino, purtroppo ho perso la vostra data locarnese la scorsa estate!
Comè lavorare con un’etichetta come Irascible, dotata di un’esperienza molto profonda in materia di promozione e di distribuzione? Quest’anno con il vostro debutto ed il disco di Delia Meshlir hanno avuto due gran begli articoli. Il vostro contratto è una conseguenza diretta della vittoria del premio “Demo of the Year” oppure i contatti sono cresciuti in maniera autonoma?
GIANNA: La collaborazione con Irascible è indirettamente collegata con il Demo of the Year con l’aggiunta di un po’ di fortuna (anche perché non hai collaborazioni organizzate dall’evento in se). Eravamo, viste le circostanze covid, un piccolo gruppo di persone a celebrare la vittoria di fronte al palazzo Schiffbaue Fabienne, CEO di Irascible, ci vide per coincidenza ed iniziammo a parlare, trovandoci molto bene e decidendo di reincontrarci. Dopo qualche incontro ci proposero un accordo ed iniziammo a lavorare per il nostro debutto. È stato molto importante per noi avere delle persone che fossero realmente entusiaste di lavorare con le Batbait e quindi è stato un vero piacere averle in squadra. Abbiamo la sensazione di poterci relazionare con loro in termini di bisogni creativi e strutturali e credo che la loro esperienza dia un senso and ogni lavoro che le bands vogliano intraprendere, con grande flessibilità. Abbiamo imparato un scaao di cose in questo tempo ed il loro supporto è molto significativo.
Credo che lavorando con una label tu debba affidarti a loro per i temi sui quali non hai esperienza o non riusciresti a gestire e questo può essere molto comodo anche se più grande è la label e meno sei direttamente coinvolto come artista in prima persona.

SODAPOP: Ovviamente la fiducia è fondamentale in un rapporto del genere. Che dire invece dei vostri sogni? Se Batbait fossero invitate a curare un evento sul genere dell’All Tomorrow’s Parties ed aveste la possibilità di organizzare tre serate, ognuna con 5 artisti (tra i quali le Batbait) quali sarebbero le vostre scelte?
GIANNA: Onestamente non so dire se abbiamo dei veri e propri sogni od obiettivi ma amerei registrare una sessione da KEXP (potrebbe essere considerato un grande sogno?)! Saremmo eccitate anche dal riuscire ad andare a suonare in Giappone per un piccolo tour oppure girare l’Europa di supporto a qualche bel progetto. Stiamo cercando di prendere le cose così come vengono, con dei piccoli passi nella nostra mente tramite i quali crescere ed evolverci.
Wow, pianificare un festival! Compito difficile ah ah. Il roster potrebbe assomigliare molto a questo:
Warpaint, The Courtneys, Dry Cleaning, Zayk, Lime Garden, Kali Uchis, Margaritas Prodridas, Tanukichan, Folly Group, Cowgirl Clue, PVA, Sun Cousto, Gustaf, Horse Lords, Finom.
Ma forse questa è solo una lista di artisti che amiamo al momento, con un sacco di nomi assenti.

SODAPOP: Wow, mi mancano diversi nomi da approfondire ma mi prenderei l’impegno di assisterci per Sodapop!
Credi che l’essere una band di sole donne sia stato un caso od una scelta? Negli ultimi mesi ho ripercorso i miei ascolti e la composizione dei progetti, notando come in molti di questi cai la presenza femminile dia una freschezza ed un “tiro” differente e più appuntito. Avete avuto esperienze di progetti misti nel vostro passato oppure Batbait è la vostra prima entità musicale?
GIANNA: Credo sia lo stesso con le bands di soli uomini: abbiamo iniziato con il gruppo perché amiche che volevano suonare, nulla di più. Sono d’accordo con te, credo che le donne abbiano un approccio alla musica rock meno forzata, forse perché maggiormente libere rispetto alle “abitudini maschili” prendendosi più opportunità di creare qualcosa di differente. Per lungo tempo sono stata abituata ad ascoltare musica cantata e suonata da maschi e quando ho iniziato a scoprire diverse voci femminili questo ha ampliato il mio spettro di suoni!
Non ho mai avuto altri progetti prima di Batbait ma le altre membre in giovane età hanno suonato soprattutto con uomini. Non posso parlare per loro ma immagino che essere in una band come ragazze adolescenti in compagnia di soli uomini possa essere stato buono a loro, facendole fare esperienza prima e quindi crescere maggiormente.
Essere in grado di riunirsi senza avere una forte gerarchia è una cosa molto importante per noi come gruppo poiché ognuna può offrire la sua prospettiva alla musica che andiamo a creare.

SODAPOP: Siamo entrambi svizzeri, viviamo all’incirca a 140 km di distanza, tu parli normalmente tedesco ed io italiano ma stiamo facendo questa intervista in inglese. Penso che la situazione linguistica in Svizzera non sia così semplice, ma non avete mai provato a cantare in tedesco o svizzero tedesco? So che forse la prospettiva potrebbe sembrare bizzarra ma credo che alcuni progetti passati attinenti al vostro sound fossero perfetti in queste lingue (come i primi Tocotronic ad esempio). Negli ultimi tempi sto cercando di ascoltare musica che si esprime in lingue differenti (e non conoscevo le Margaridas Podridas, grazie della dritta!) e credo che spagnolo, francese e portoghese siamo splendide su alcune sonorità. Riusciresti a pensare a come sarebbe una canzone delle Batbait in Tedesco? Avete mai provato esperimenti del genere in studio od in sala prove?
GIANNA: È interessante come il suono delle diverse lingue influenzi l’estetica della musica e le associazioni che ci facciamo a riguardo (per esempio il fatto che l’italiano suoni “cheesy” all’orecchio di molta gente quando ne ascoltino delle canzoni). Credo che ci si possa confrontare con storie più personali e differenziate quando si canti nella propria lingua madre. Forse un brano di Batbait nella propria lingua madre potrebbe sposarsi bene con la sporcizia del nostro suono, proprio perché il nostro linguaggio ci è più vicino. Ho provato a scrivere in tedesco e l’ho trovato realmente complicato perché penso molto alle paroleed e mi sembra più difficile essere soddisfatta del risultato, sentendolo come una barriera. So che il mio inglese non è perfetto e quindi non ho molte aspetttive sui testi, il che mi permette di esprimermi con una facilità ed una sorta di naïveté che adoro. Mi piace aver bisogno di rimanere semplice e la semplicità può essere percepita in maniera differente dalla prospetiva delle altre persone, il che crea delle vie interessanti di lavorare sul linguaggio. Non posso esprimere tutto come vorrei e quanto espresso può essere compreso in differenti maniere. Ma forse potrebbe essere anche l’occasione per approcciare il tedesco un giorno, se ne saremmo soddisfatte!

SODAPOP: È tutto Gianna, grazie mille, è stato un vero piacere toccare diversi temi! Se vuoi dire qualsiasi cosa al pubblico di Sodapop questo è il momento e, nel caso avrete notizie, progetti, concerto od altro a proposito di Batbait teneteci informati…
GIANNA: Grazie mille! Sì, abbiamo un periodo senza concerti al momento per un paio di mesi e speriamo di tornare con dei brani nuovi e chi lo sa, magari qualche concerto in Italia!