Appliance – Re-Conditioned (RROOPP, 2010)

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Etichetta interessante la RROOPP, si concentra su pochissime uscite, una all'anno e poi stampa un triplo cd di una formazione "minore" ma più o meno conosciuta e tutto questo senza toccare album ufficiali, ma dedicandosi a materiali "secondari": peel session, 7", b-side e tracce difficilmente reperibili. Dopo Amp e Yellow 6 è il turno di questi Appliance che in un certo senso sono l'uscita ideale da far seguire agli Yellow 6, un ne' carne ne' pesce che non rappresenta un difetto, ma bensì un pregio visto che forse raffigura una delle caratteristiche peculiari di certi gruppi inglesi.
Le note interne di Marc Bihler per di più aiutano ad inquadrare meglio un gruppo a suo modo anomalo. Non fraintendetemi, gli Appliance spesso vengono incasellati nel filone del post-rock, ma rappresentano la classica accezione a cui il termine sta parecchio stretto. Innanzitutto se state pensando ai crescendo fatti a base di arpeggi e esplosioni distorte stile Mogwai e Goodspeed! resettate il classificatore, come Bihler giustamente scrive, più che un gruppo inglese sembra di ascoltare un gruppo tedesco, l'unica cosa che forse puzza fortemente di terra d'Albione è il cantato e per un gruppo del genere è solo un bene. In Re-Conditioned avrete modo di sperimentare il post-kraut rock in salsa brit-pop di questo gruppo che pur non facendo nulla di particolarmente strano si è fatto amare fin dai primi ascolti, tanto che ho chiesto io stesso di recensirlo anche se di solito non mi occupo di cose così morbide. Il combo era per altro accasato su Mute records, quindi si tratta di minori per modo di dire ed ascoltandoli non credo che la cosa vi stupirà visto che non è proprio comunissimo avere un ibrido fra Salaryman e Spaceman 3, cantato alla Creation e soluzioni sempre in bilico fra melodia e psichedelia. Se il cd contenente le peel-session della BBC fornisce la portata di un gruppo con un'ottima resa live tanto da farmi rosicare un po' per non averli mai visti (devono avere aperto per i Wire durante una loro data italiana), quello che include le b-sides non lascia certo l'impressione di un gruppo che si risparmiasse anche semplicemente dedicandosi alle uscite minori, infatti avrete modo di ascoltare alcun gemme mica da ridere. Il cd che in minima parte si allontana dal suono "maturo" del gruppo è quello dei primi ep, nulla di strano in questo, per altro le linee di basso ripetitive i pattern kraut-elettronici sono medesimi e le soluzioni di chitarra e voce sono quelle che contraddistinguono questa band, però forse erano ancora un po' più in cerca di un'identità oltre che di un produttore (visto che dopo comunque la mano dietro al mixing desk aiuta a raffinare parecchio le sonorità). Gli Appliance forse non rimarranno nella storia ma anticipavano di parecchio molti gruppi che in Inghilterra oggi sono in classifica pur avendo molta meno classe e soprattutto con meno idee. Una piccola gemma che dimostra come al di là del "Grande Rock", dei dischi consigliati e della critica musicale ci sono quelle che sono gemme minori… come avrebbe detto qualcuno in altri ambiti "We're not the first, I hope we're not the last… we're just a Minor Threat!".