Abstract Concrete – Eterna esplosione di creatività

Abstract Concrete, il nuovo sorprendente progetto di Charles Hayward, Agathe Max, Roberto Sassi, Yoni Silver ed Otto Wilberg debutta con un album veramente affascinante,
percorso da un’energia contagiosa e da una creativita’ inesauribile. Qui il resoconto del nostro incrocio verbale.

SODAPOP: Abstract/Concrete – Il disegno della casa, così astratto, così concreto. La musica è così
incredibilmente ricca. Ci si potrebbe aspettare un approccio minimalista guardando
l'artwork, eppure l'album è un caleidoscopio di colori. Mi viene naturale collocarlo a metà
tra il dadaismo e l'espressionismo. C’è qualche movimento artistico d'avanguardia che ispira
la vostra musica, sia che si tratti di un’influenza conscia o inconscia? Se devo riferirmi a due
artisti che mi vengono in mente quando penso ad Abstract/Concrete, immagino Duchamp e
Kirchner. Dove astrazione e vita pulsante si incontrano. C'è qualche ispirazione visiva dietro
la band?

CHARLES: Le arti visive rappresentano per me un interesse continuo e sono state una fonte di
ispirazione diretta in passato. Con questa band abbiamo più a che fare con la vita di tutti i
giorni, ma le strategie e le intuizioni di artisti come Duchamp rimangono rilevanti.
L’ elemento espressionista è forse dovuto alla mancanza dell’uso del click in fase di
esecuzione, senza di esso tutto diventa implicitamente convulso. Ho rinunciato al concetto
di avanguardia, mi sembra un concetto arrogante, come se un gruppo di persone
pensassero di essere “più avanti” degli altri. Trovo molto più utile e meno gerarchico
pensare a tutta l’arte come arte popolare. Musica popolare, che si evolve attraverso
l’interazione tra l'umanità e il suo ambiente in maniera sia astratta che concreta.

AGATHE:Ho sempre sentito forti corrispondenze tra musica e pittura. Una delle mie principali
influenze in questo senso è Kandinsky. Tendo a vedere forme e colori mentre ascolto la
musica e Kandinsky è un artista con cui sento di avere un legame molto forte. Un altro
riferimento è Rothko, per come lavora sulla stratificazione e sullo spazio intermedio.
Questi elementi sono probabilmente presenti nella band, ma non sono preponderanti.

SODAPOP: Ventriloquist/Dummy. Ci puoi parlare di questa canzone? Nel video riconosco elementi
tipici dell’espressionismo cinematografico tedesco. Ci sono i groove di batteria che ho più
volte ascoltato vedendo Charles suonare dal vivo, eppure la canzone ha anche una sua
natura pop, una sorta di atmosfera groovy alla Roxy MusicPhantom of the Opera, il che è inaspettato. Una traccia veramente incredibile.

CHARLES: Mi fa molto piacere sapere che il brano ti piace così tanto. Volevo scrivere una canzone su un ventriloquo da molto tempo, perché mi sembra un tema che ha molta
risonanza oggigiorno, e negli ultimi anni ho veramente sentito una certa urgenza nel
pubblicare il brano.

AGATHE: Uno dei brani più divertenti da suonare per me. C’è una sezione in cui la battuta cade sul terzo e quarto beat, mentre il resto del brano ha un'indicazione di tempo leggermente
diversa. E’ un brano che sento molto vicino a Captain Beefheart, che adoro.

SODAPOP: L'album è fantastico. Sento molte coloriture progressive (scusate se uso questo termine così poco in voga), l'abrasività lascia spazio a tantissimi dettagli in quella che posso solo descrivere come una cavalcata gioiosa. Fatico a trovare la definizione esatta. Vi eravate resi conto che questo sarebbe stato il suono dell'album (allegro, pop, luminoso, groovy) e avete insistito su questo ‘sapore’?

CHARLES: Grazie ancora. Mi piace il fatto che tu faccia fatica a trovare la definizione esatta, questo è molto importante per me. Faccio le cose migliori quando escludo me stesso il più possibile e lascio che sia la musica a dirmi cosa fare, quali testi scrivere. È lo stesso per il resto della band. Le prove sono state pura azione e cooperazione, facciamo quello che la musica ci detta di fare, quindi non controlliamo il suono, ma al contrario, è come se gli obbedissimo.
La gioiosità di questa musica è un atto di sfida e di resistenza.

AGATHE: Il suono allegro, pop, luminoso e groovy è l'albero che nasconde la foresta. Il significato recondito è molto più profondo e mette in discussione l’organizzazione della nostra società su molti livelli.
È anche un suono che è volto ad unire persone con backgrounds molto diversi, che celebra
la gioia e l’assurdità di quello che siamo in quanto esseri umani.

SODAPOP:
Ho visto diversi membri di Abstract Concrete esibirsi dal vivo, con alcuni di voi ho anche condiviso qualche volta il palco. La mia impressione di Charles e Agathe dal vivo è che siano artisti che si esibiscono con totale coinvolgimento e senza alcun timore. Sento sempre che la loro presenza è tangibile, indipendentemente dal set specifico che stanno suonando. Com'è l'interazione durante la scrittura? Nelle note stampa descrivete il metodo con cui componete come ‘stranamente democratico’; la scintilla per una composizione può arrivare
da ognuno di voi?

CHARLES: Cosa ne pensate, Agathe, Otto, Roberto e Yoni?

YONI: Charles fornisce sempre la prima scintilla. È successo per ciascuno dei pezzi dell'album. Ci presenta un'idea iniziale o una serie di idee, di solito sotto forma di uno ‘grafico libero’, con il testo e la melodia di una canzone già al loro posto, a volte un refrain, una struttura ritmica, ecc. Spesso introduce queste idee cantando e suonando un piccolo organo Casio, oppure cantando e suonando la batteria, raccontandoci che tipo di sound ha immaginato, l'idea dietro la canzone, ecc.
In un secondo momento iniziamo tutti a dare corpo al pezzo. C’è molta improvvisazione in
questa fase, molti dei contributi individuali entrano ed escono. Con il tempo questo
processo si muove naturalmente verso un territorio sempre più definito, perché’ giochiamo
con le nostre parti e offriamo input riguardo alle parti degli altri e ai dettagli della struttura complessiva della canzone. Giochiamo con cambi di registri, aggiungiamo e togliamo note o suoni, sperimentiamo, aggiungiamo o togliamo battute, misure, frasi, ecc.
Tutto questo avviene secondo un processo completamente democratico, nessuno di noi
dice mai all’altro cosa fare. Trovo che durante questo processo riusciamo a mantenere un
buon equilibrio tra un'elevata sintonia con la struttura del brano e contemporaneamente
una sensazione di libero fluire della musica, senza mai dare priorità alla complessità
strutturale come cosa fine a sé stessa.

AGATHE: Il primo impulso arriva da Charles, solitamente su una tastiera Casio che ha una drum
machine strepitosa! La band lavora insieme sulla prima versione di una canzone, poi
seguono tante prove, momenti improvvisati. Come un puzzle che viene composto pezzo
dopo pezzo. Tuttavia, è quando suoniamo dal vivo che sento la magia e sento che tutte le singole parti prendono finalmente forma.

SODAPOP: Sono d'accordo con quanto scritto da John Doran nel comunicato stampa. Charles è ancora nel “periodo imperiale della sua creatività”. Penso che sia importante menzionare come la sua attitudine ispiri un'intera scena di artisti a concentrarsi su ciò che conta davvero, la musica e l'attivismo sonoro. Se dovessi incapsulare questo atteggiamento in una definizione, direi che Charles rifiuta la cristallizzazione della sua produzione artistica, è sempre pronto ad individuare quando le cose possono potenzialmente diventare stantie, e scatta in avanti prima che la polvere possa depositarsi. Charles, sei d'accordo con questa percezione esterna?

CHARLES: Tutto cio’ è molto lusinghiero e sono molto grato quando la mia musica tocca le persone, ma cerco davvero di evitare di essere troppo autocosciente e cerco di concentrarmi sulla musica. Non spetta a me identificarmi o etichettarmi, è un lavoro da controllo passaporti.