Iniziato un paio di anni fa, il progetto di Matteo Bernacchia alias Above The Tree, intimo fin dal primo ascolto (sarà che le due volte che l’ho visto dal vivo gli spazi erano veramente angusti), arriva alla seconda prova: anche qui, come l’esordio Blue Revenge, la sottrazione e le aggiunte a piccolo dosaggio sono il segreto di una ricetta riuscita, un po’ quello che fa Musica Da Cucina ma senza posate, pentole e fornelli (esiste pure uno split dell’anno scorso dei due progetti). Minimal Love si apprezza per il suo navigare non a vista tra minimalimo e avanguardia senza mollare mai le redini di precise radici folk (in Situation N.4 si avverte lo spettro dei Rex così come la cristallina Bunny In Love, sembra rubata dal side project Pullman). La forma non è così libera, e gira in modo narcolettico. Gli arpeggi e le nenie canticchiate, o meglio, biascicate, donano all’album un aspetto straniato (Donkey’s Eyes), è qui il timbro di marca Boring Machine (label che insieme ad altre tra cui Marinaio Gaio hanno cooperato nella realizzazione del disco a tiratura limitata) può pescare a piene mani. Devo dire che in attesa di ascoltare il nuovo Belfi/Pilia/Grubbs qui molti di quelli che continuano ad amare ancora vecchie cose dei Gastr Del Sol possono trovare vero e rifugio.