In un epoca di sovraesposizione, di vendita, di mercificazione dell'orrore, di prostituzione mediatica ed estremo decadimento intellettuale, fa grande piacere scoprire chi ancora lavora per sé stesso e la propria crescita interiore. Il percorso del milanese Ilario Cellon, one-man-band del progetto Abysmal, è rigorosamente scollegato dagli sterili schemi/dogmi che imperversano su (ormai) qualsiasi prodotto artistico di oggi. Il black metal da lui concepito si fonde plasticamente in uno strano connubio con il post-rock strumentale degli anni novanta (soprattutto The Plague) portando l'ascoltatore ad una catarsi spirituale che inevitabilmente riporta al postulato isolazionistico accennato in apertura. Lo spazio in cui si muovono le canzoni dei tre ep sembra il Cielo raccontato da Susie Salmon, la simpatica protagonista di Amabili Resti della Sebold: un non-luogo ideale senza connotazioni positive o negative. Una scura casa di marzapane dove albergano paure, ma anche speranze. La voce sibila come il vento all’interno di un rifferama di semitoni che evoca tanto Burzum, quanto Dark Throne per poi placarsi, ondeggiando in una bonaccia elettrica, foriera di nuove tempeste. L’unico suggerimento che possiamo dare agli Abysmal è di continuare a mostrarsi senza abbandonare il progetto o accantonarlo. Chi ha qualcosa da dire deve parlare. O verremo sopraffatti dalle fiere.