Davide Cedolin – Ligurian Pastoral (Island House, 2023)

Il parco naturale regionale del Beigua è un’area verde che da Genova si estende fino alla provincia di Savona, per una superficie di circa 90 km quadrati. Non ne ho mai conosciuto l’esistenza, nelle decine di visite nella regione. Così come quasi nessuno conosce l’esistenza di Davide Cedolin, per quanto mi riguarda uno dei chitarristi più espressivi ascoltati negli ultimi anni. Uscite su etichette internazionali mirate e specifiche, che vanno ad incontrare un pubblico di intenditori, oppure appoggi con realtà consolidate e di eccellenza della zona come Marsiglia Records e Torto Edizioni per recenti progetti condivisi. Costantemente fuori dal tempo, arcaico e bucolico, ne assoceresti il suono ad un granaio ed ad una pentola di rame. Ma, forse, il parallelo che riesco a costruire nella mia mente è quello con un libro recentemente ricevuto in dono dalla mia compagna e da mia figlia: Il Salto Dell’Acciuga di Nico Orengo. Storie di trasporti, amori, traffici e povertà, hobose faccendieri. Gente che utilizzava ogni grammo di forza, ogni pugno id sale, per campare e riuscire a ritagliarsi un domani. Allo stesso modo le note sapide  e vagolanti di Davide mi sembrano viaggiare in tutto il mondo cercando contatto e rifugio, cercare attinenze per creare un dialogo, una rete. Come ritrovarsi a distanza di chilometri, guardare le medesime nuvole e leggerne gli stessi segnali. Poi, ripercorrendo la siccità del ’22 e le gocce di pioggia che per antitesi scrosciano, penso al titolo del disco. La Pastorale Ligure potrebbe essere una visione discosta e bucolica o la tragedia imminente di Rothiana memoria? La pioggia promette sfacelo, Wetlands iniziando rimbomba nelle orecchie in cuffia e temo il peggio, ma delle incursioni vocali infantili mi fanno poi propendere per la prima opzione, colgo serenità a questo giro nella musica di Davide e mi fa molto piacere. Lo dico perché mi sembra un cesellatore, un artigiano del suono che con poche cose riesce a creare mondi sonori immaginari ed in questo caso calma e fermezza di mano sono importantissimi. Il mare, i monti, il sale, le acciughe, il verde, la famiglia. È già il finale, di nuovo con Mike Horn aka Seawind Of Battery come ospite, così come nel secondo brano.
Un altro tassello nell’opera di Davide Cedolin, orecchie che si intendono, cenni del capo, pane che si spezza. Per la consacrazione c’è tempo, intanto a breve (il 17 febbraio a Chiasso) finalmente sono riuscito ad organizzargli una data dal vivo, insieme a Maurizio Abate, sale per il mio palato.