Dust Dive – Claws Of Light (Own, 2007)

dustdive.jpg

"Everyday is an indie day" dove era Reagan per Biafra o Sid Migx, ad ogni modo quella è la materia base. I Dust Dive sono americani, ma in un mondo invaso da indie rocker e di "punk take away", potrebbero venire da qualunque posto visto che ormai gli "omini no sso più omini e le donne non sso più donne". Il punto nevralgico in realtà è veramente questo visto che si tratta di indie rock "guitar driven" in stile Matador di qualche anno fa, che siano figli dei Pavement, degli Ugly Casanova o dei Modest Mouse (ottimi gruppi per altro) non credo sia un punto cruciale. Il nodo sta per l'appunto nel fatto che grazie al cielo, di tante disgrazie che ha portato il nuovo millennio e in tutto l’appiattimento sonoro, mentale, globale ha fatto sì che oggi un gruppo balinese (e non "belinese" caro amico ligure) o ugro finnico a volte suoni molto più "made in usa" del fantastico film che aveva per colonna sonora i Sonic Youth. Restiamo sul punto di snodo amico indie rocker, il gruppo è ok per lui e per lei, ma non credo cheti cambierà la vita, certo tu mi dirai che pochi gruppi te la cambieranno ma resta che se io fossi al tuo posto spenderei i soldini del maialino per comprare altra indietudine assortita molto più di livello, anche sulla stessa etichetta, anzi facciamo pubblicità progresso "amico cittadino indie": Bexar Bexar e Six Twilights sono molto più interessanti (diversi certo, ma anche più riusciti). Nessuna particolare caduta di stile, non voglio dire che faccia schifo perché non lo fa, anzi, violini, chitarre e tastiere americane come le voci e l'influenza di quell’indie che paga debito a Young, a Crosby, Stills, Nash al loro folk al country e giù di lì. Se proprio non siete fan del genere è un disco che potrebbe lasciarvi senza particolari sussulti, piacevole ma nulla di più.