Lucertulas – Tragol De Rova (Robotradio, 2007)

lucertulas

Tempo fa qualcuno durante il concerto dei Botch mi bofonchiò: "e checcazzo questo è uno dei gruppi che ti riconcilia con l'hardcore!!", bene, i Lucertulas fanno parte di quella stessa categoria. Dai tempi di Homo Volans le lucertole hanno cambiato sia basso-voce che batteria, eppure il suono è rimasto identico a 'sto punto verrebbe da pensare che il motore del combi sia il chitarrista, cosa vera solo in parte visto che i veneti sono una squadra, anzi un gruppo di "mescaleros" vista la molestia ma anche lo stile.
Hardcore in realtà sta un po' stretto a questo gruppo che un tempo sarebbe entrato a furor di popolo nella categoria del noise evoluto e fra i muri di rumore, le folate prog alla King Krimson/Don Caballero e i droni stile Godspeed You Black Emperor! con la cazzuola da muratore in mano, escono echi di gente come Brainiac (campagna per il recupero di un gruppo a dir poco eccezionale), Jesus Lizard, metà del catalogo Gravity, deformità da radiazioni in stile GSL e Skin Graft. I Lucertolas intelligentemente restano sul corto tanto che i ventisei minuti di gioco pur lasciando il campo fatto a pezzi fanno venir voglia di un altro giro sul rollercoaster. Parlavamo di noise quindi, progressivo e con qualche eco blues marcissimo, ma la fisicità è hardcore come la mano di pietra di Greg Ginn, il volume fa il resto. Giulio Favero alla console conferma nuovamente di essere il fonico più adatto per registrare tutto questo casino, resta che a differenza di altri picchiatori i Lucertolas questa volta intervallano i muscoli a folate droniche acidissime e molto eteree ed in questo modo oltre a lasciar respirare le orecchie raggiungono lentamente il climax del pezzo per poi irrompere come uno Stukas sulle città inglesi. Molti gruppi in Italia godono di buona registrazione, ottima padronanza e capacità tecniche, loro le coniugano con una personalità quel tanto spiccata da differenziarli da quelli che sono buoni ma nulla di più. Se vi piacevano quei bei suoni fracassoni old school ma a forza di sentire sempre la stessa solfa: "the thrill has gone", bene, qui c'è qualcosa che forse potrà riaccendere il sentimento aggiungendo al fracasso quel tanto che basta di estro per non farlo assomigliare troppo a qualcun altro.