D.B.P.I.T. / Xxena – Alien Symbiosis (Deserted Factory, 2008)

Per chi non si ricordasse D.B.P.I.T. sta per Der Bekannte Post-Industrielle Trompeter che al secolo è Flavio Rivabella, quest’ultimo oltre ad aver fatto uscire già un bel po’ di materiale a nome suo ha collaborato e/o fatto comparsate con Novy Svet, Circus Joy, Macelleria Mobile Di Mezzanotte, Lendormin, Claudedi degli Ain Soph, e Kenji Siratori fra i più conosciuti.
Se già conoscete i suoi lavori in solo sapete che bene o male si può parlare di Residents andati a male nel giro post-industriale a botte di Throbbing Gristle, kraut e acidume vario, in quest’occasione invece, per la collaborazione con Xxena, il Nostro mette un po’ da parte la tromba (o almeno il suono più riconoscibile dello strumento) per lavorare sull’effettistica. Dimostrando che i titoli dei dischi non vengono sempre dati a caso, le sonorità del cd sono parecchio sci-fi (che sta per “science fiction” per l’appunto), molto più del solito, tanto che ci sono voluti ben sette minuti della seconda traccia perché riconoscessi qualcosa più caratteristico di Rivabella. Nessuno stravolgimento radicale, anzi pur trattandosi di una collaborazione alcune di queste influenze si possono sentire molto attenuate in altri dischi di D.B.P.I.T., ma trattandosi di una collaborazione giustamente è questione di trovare un terreno comune che in questo caso è una deriva spaziale di fruscii, suoni di synth, tappeti di delay, alcuni echi di voci e di tromba che comunque non riescono mai a venire a galla dal pantano che li sommerge in uno svilupparsi affannoso di tracce. Per certi versi sembra di sentire dei vecchissimi lavori dei Current 93 o qualcosa dei Nurse With Wound anche se non così kraut e nemmeno così “denso” come gli ultimi lavori degli inglesi. Se per le prime tre tracce si va di scarsa melodia e di suoni sci-fi a fiotti, nella quarta (quella che preferisco) emerge persino una melodia minimale che si muove su di un loop, quest’ultimo poi si colora di suonini che lo legano non facendo uscire fuori tema il lavoro e così la traccia finisce per essere quella con il più alto effetto ipnotico. Collaborazione a tutto tondo quindi, pur non trovandosi in un’altra galassia rispetto ad altri lavori di D.B.P.I.T. si discosta un po’ dai suoi dischi in solo.