Yanna Momina – Afar Ways (Glitterbeat, 2022)

Nelle popolazioni Afar, presenti in Etiopia, Eritrea e Gibuti, la musica funge da svago e da divertimento serale. Viene condivisa fra parenti ed amici ed ascoltandola a migliaia di km dal luogo dove è stata registrata (una palafitta in Gibuti) ci colpisce con forza. Yanna Momina è una delle poche donne ha scrivere le proprie canzoni e viene accompagnata, in queste registrazioni effettuate da Ian Brennan (già con Tinariwen fra gli altri), da amici e parenti che, non volendo identificarsi, si sono firmati come zie. Al femminile, che invece lo zio è il protagonista dell’ultima traccia, titolata senza giri di parole My Family Won’t Let Me Marry the Man I Love (I Am Forced to Wed My Uncle). Classe 1948 la signora graffia ed abbatte ogni dubbio e barriera, abbracciandoci nei pezzi più intimi ed accogliendoci e spettinandoci in quelli più aggressivi. Dedica un pezzo al proprio marito, in un altro ci da il benvenuto, dosa con sapienza i momenti percussivi, quelli chitarristici e quelli dove si fa bastare quel che Mar Rosso e Mar Arabico le hanno donato, una voce ed un’intensità straordinaria declinata in rap, storytelling, grooves, rauchi sbraiti e grida, blues, divertimento. Si percepiscono i sorrisi in molti frangenti, come se ci si rendesse conto dell’effetto che queste registrazioni potessero ottenere. Datele un sound-system, fate continuare queste litanie, tramandate la sua opera, The Donkey Doesn’t Listen è un pezzo strepitoso, seguite Yanna Momina, non seguite la scimmia. Ah, Glitterbeat etichetta enorme, acume ed attitude dimostrata uscita dopo uscita, tanta roba.