Piccoli grandi album ogni tanto spuntano fuori, specie in questo terribile 2009 di crisi. Quei dischi fatti con poco, piccoli ma rubusti ritornelli tenuti insieme col nastro adesivo e tante altre sorprese. Uno di questi è Songs Of Shame dei newyorkesi Woods, in pratica un duo, che vede coinvolti Jeremy Earl (Fuck It Tapes, Meneguar e gestore della stessa Woodsist) and Jarvis Taveniere (Meneguar, e chi altri sennò?). Certo lo fi da qui può in qualche modo ripartire. Usciti per la stessa label che ha già rilasciato band come Vivian Girls e Wavves tra i tanti, gli Woods si distinguono un pochino, pur facendone parte, dalla scena shitgaze per il loro incedere più campagnolo e meno rumoroso, riportando alla memoria i talenti di eroi arrugginiti come Guided By Voices o anche i Pavement più pastorali. Loro però non guardano troppo al passato e possiedono quella dose di cazzeggio e ironia anche nei passaggi più malinconici (l'incredibile Rain On o la stupenda cover dal ritornello killer di Milytary Madness).Un album del sottobosco che, come i due bellissimi dischi precedenti, si brucia e si ama subito senza mai suonare banale o facile, scollacciato forse solo nei nove minuti di September With Peete. Se vi piacciono le recenti uscite di Harlem (che poi è stato ripubblicato) o Eat Skull, sarà difficile non innamorarsi degli Woods, a partire dalle loro copertine.