Whitemary – Radio Whitemary (42, 2022)

La materia che offusca l’aria è in gran parte quella che la caratterizza, colorandola. Whitemary mi appare così, un po’ distante, introdotta da se stessa mentre si nega a noi “..ti amo e non lo sai, spegni la mia voce quando te ne vai…” come un vecchio giradischi che incanta. Whitemary è insegnante di music technology e diplomata in canto jazz. Ha un gusto fantastico, stile a pacchi ed un groove come se un disco nel 1920 fosse finito per un microsecondo in un accelleratore di particelle, sporcandosi di futuro. Le canzoni sono scritte, prodotte e suonate da Biancamaria stessa, uscendone fresche, croccanti e vive. Suoni bellissimi, originali ma allo stesso tempo classici, come se fossimo fuori dal tempo, unendo passato e futuro fino a farci perdere ogni senso di riferimento. È, citando la stessa musicista, un disco di elettronica pazzerella. Che diverte e si diverte, ricercato senza essere snob e capace di pestare grosso quando serve a slanciare l’entusiasmo. I brani sono diretti ma sottotraccia appare una slackness 3.0 mista ad un’insofferenza (“…numeri e basta, nomi in lista, persone in fila, santa pazienza…ditemi ora, cosa si prova, dentro la folla, non contare nulla..”) molto più centrata rispetto a molto pop radiofonico in auge. C’è una sottotraccia che rende queste canzoncine pop parecchio ispirate e ficcanti, un riappropiarsi del sentore liberatorio del ballo ed un mostrarsi superiori e sprezzanti alla bruttura, ritagliandosi uno spazio libero di espressione artistica, intellettuale e fisica. Non saprei descriverlo, mi sembra un disco squisitamente popolare poiché in grado di far entrare nel suo mondo qualsiasi persona, punk perché una volta entratoci ti prende a schiaffi, onesto e vivo, perché dopo averlo ascoltato mi sembra di aver conosciuto un briciolo in più di Whitemary. Radio Whitemary è quel che dovrebbe essere una stazione personale, una fonte che poco a poco svela un mondo, interiore ed artistico, declinabile dagli ascoltatori affinche possano costruirsi un immaginario ed immedesimarsi nel percorso delle musiche. Whitemary si dimostra essere soggetto parecchio dotato ed interessante, della quale a questo punto anche dal punto di vista live sarei curioso di saggiare gli slanci.

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