AA.VV. – We Hear A New World Vol.4 (Off Air, 2023)

Quando percepisco il movimento in Aprile di norma tendo a drizzare le antenne.
Aprile per me è Gianmaria, uomo che fu dietro a Fatto9 under the sky records e che, tra i programmi su Fango Radio, i Luminance Ratio, le stampe e molto altro ancora ho sempre percepito come affine. Ricordo ancora di quando lo incontrai al Tagofest, che gestiva con altre belle persone (credo fosse la seconda o la terza edizione, 2006/2007 quindi), oppure quando, con me medesimo come manovale, si occupò della stampa delle copertine per lo split fra Simon Balestrazzi ed UNCODIFIED (facendomi assaggiare per la prima volta nella mia vita la curcuma con le zucchine). Potete quindi capire di come sia subito rimasto affascinato nel vederlo curatore (insieme a Francesco Covarino), di We Hear A New World | Off Air, filiazione del loro programma in onda sulle frequenze di Fango Radio.
Il primo brano è una suite elettroacustica di un quarto d’ora a firma Bardo Todol, dove viaggi nelle più umide foreste sudamericane si mischiano con le colonie dei più piccoli animali che possiate immaginare, dando vita ad un’alacre reinterpretazione del libro dei morti, ountando direttamente al foraggiare il terreno affinché ne riconsegni i corpi.
Nàresh Ran con la sua URBEXXX XIV dà l’ennesima prova di una produzione calda e completa, vaporosa e finanche speziata. Olii Arni con 23112021 osa3 sembra muoversi a traino dell’acqua, trascinando il suono con se come sopra una barchetta di carta. Giovanni Di Domenico si muove leggero ed ondivago per un brano nonostante il titolo del brano, Fango, lasciasse siupporre altre dinamiche. Con questi primi brani termina anche il primo nastro, lasciano spazio al secondo blocco di brani. Andrea Borghi appare più circospetto, come se unisse un bollore a bassa intensità insieme al magnetismo di alcune frequenze musicali. Lorenzo Abattoir nasconde una lontana vena melodica con loops polverosi e circolari a ripetersi, mentre Giulio Aldinucci ci trasporta in quella che ha tutta l’aria di essere una stazione ferroviaria sudamericana, anche se ad un certo punto si sente un prete lanciare le sue benedizioni, quindi si è sicuramente nella calda Italia durante una funzione piuttosto seguita.
Chiude questa spettacolare parure di suoni Gianmaria Aprile, tra cicale, natura e quello che immagino come un panorama infinito, rimirando la pianura padana. La notte, dei droni, il respiro di un cane.
La notte. Cosa succede a Fango Radio quando non suona Fango Radio?
Semplicemente si è messi in connessione con il mondo, in maniera spontanea, talvolta abrasa, spesso sorprendente e toccante. Bello essere riusciti ad agganciare queste tre ore di materiale che non solo confermano quanta bontà e qualità ci sia nelle zone più off della musica italiana, ma che aprono vere e proprie porte mentali.
“…amo la radio perché arriva dalla gente, entra nelle case, ti parla direttamente. E se è una radio libera, ma libera veramente, mi piace ancor di più, perché libera la mente…”.
Se a questo aggiungiamo che, agli albori della piccola Radio Gwendalyn qui in Ticino mi occupavo di un programma dove mettere lo scibile tra il silenzi ed il rumore, chiamato Fango Bianco, beh, capirete che non potevo esimermi dall’amare questa compilation.

Per ascoltare i suoni rimanete sintonizzati a Fango Radio al termine delle trasmissioni, gli off-air saranno proprio quelli di cui abbiamo appena parlato. Affrettatevi a terminare i nastri, poi potrete avere con voi anche le tracce in digitale sul Bandcamp di Fango Radio!