Vieri Cervelli Montel – I (Tanca, 2022)

Quel che appare chiaro ascoltando per le prima volte il lavoro di Vieri Cervelli Montel è la sua capacità lirica, la costuzione di immagini attraverso il ritmo delle sue parole. Aggiungiamo a questo un’aura melanconica che risulta essere catartica rispetto alla genesi del disco, elaborando e ripercorrendo la perdita paterna del musicista 20 anni addietro. Il ricordo è molto presente nel disco, sembra spesso di trovarsi di fronte a fotografie sfocate, momenti personali che non riusciamo a comprendere ma che sentiamo, quasi per passione.

In Vieri riconosciamo apertura sonora, artistica e mentale dentro una tela popolare, con delle atmosfere che partono dagli anni ’70, atmosfere talvolta francesi, in altri casi quasi colloquiali ed impressionisti, ma sempre con un’onestà artistica ed un candore inappuntabile. Di Vieri non so molto, se non che è venuto a contatto con l’improvvisazione radicale ai corsi dell’università Jazz di Siena, dove ha conosciuto anche i musicisti che lo accompagnano in questo disco, Alessandro Mazzieri, Luca Sguera e Nicholas Remondino. I tre riescono ad accompagnare le vocalità di Vieri all’interno di I prendendosi tutti gli spazi per delle planate strumentali che non posso far altro che ricondurre al concetto di levità, come in Scale ad esempio.

I è la prima uscita di Tanca Records, sottoetichetta di Trovarobato curata da IOSONOUNCANE. Jacopo Incani ha collaborato al processo di creazione dei pezzi e di accompagnamento alla creazione e riesco a sentire in questo disco la libertà che gli riconosco nei suoi lavori, otiima scelta quella di iniziare una fase produttiva come questa quindi. I momenti più drammatici del disco, come Alba vengono elaborati e filtrati fino a farci vivere le ambientazioni come in un caleidoscopio. Le canzoni si compenetrano l’una nell’altra, creando un viaggio filmico oltre che musicale, con delle suggestioni che mi hanno riportato agli ambienti di Hélène Cattet & Bruno Forzani. I sembra la lettura di un percorso personale (emozionale, sociale e storico) con una strumentazione ed un terreno artistico altro rispetto a quanto già svolto; appare straniante, un oggetto artistico che ci spinge all’ascolto ed alla decifrazione, nulla di più intrigante! Un futuro classico, che ancora non è stato riconosciuto ma già brilla di una luce unica.