The Starving Pets – No Shake No Feels (Marsiglia/Coypu, 2023)

Ho ascoltato parecchie volte questo disco, negli ultimi mesi. Ho imparato ad apprezzarne le aspirazioni e le asperità, riconoscendone il vissuto personale di Andrea Sassano ed il suo porsi come cantore del proprio spleen. La sentite anche voi? La sentite quell’energia respressa nel primo brano, la toccante Bag Full of Leaves quando sembra che tutto debba esplodere in un fragore con i tronchi che cedono e si squarciano ma rimaniamo soltanto con un pugno di foglie che planano dolcemente, mestamente? Poi arriva il fragore ma rimane sempre ancorato nel retro mentre i fischi e gli slancio creano scie e sagome che vanno allungandosi, Nothing Left mi ricorda in maniera quasi insensata un gruppo come gli Hüsker Dü ai quali abbiano rubato parte della strumentazione e della potenza, rendendoli intimi. Ecco, l’ho detto, No Shake, No Feels mi sembra un lavoro intimo, personale, nel quale il proprio autore si mette a nudo, chiedendo aiuto a poche, fidate persone (Francesco Alloa, Manuel Volpe) per farci arrivare in maniera chiara e limpida il proprio messaggio. Un disco che ci presenta un autore in grado di dare luce alle piccole cose, di mettere poesia in accordi e paesaggi, di lasciarsi andare tramite quel velo di tristezza che alcuni chiamano sincerità, altri emozione ed altri ancora ultimo bicchiere.
Meno di 25 minuti per un disco che rischierà di farsi indispensabile con il passare degli ascolti, come le piccole cose preziose che siamo soliti tenere al nostro fianco e che entrano a far parte di noi.