The End-Time Protocol – Umbra Et Religio (Deadwoods/Effortless Art, 2023)

Apprezzabile l’idea che muove la bresciana Deadwoods Productions: proporre su cassetta (e ovviamente in digitale) musica oscura senza troppo badare alle barriere di genere, dal black melodico degli Ogen a quello più ruvido ma con venature atmosferiche di The Scars In Pneuma, fino al poco classificabile progetto The End-Time Protocol di Francesco Lupi, del quale vi parliamo oggi.
A un ascolto superficiale verrebbe da battezzarlo come elettronica, soprattutto per il peso che nelle tracce hanno le elaborate ritmiche digitali e i synth, che disegnano atmosfere sospese fra sognanti paesaggi ambient e tese soluzioni da soundtrack, ma la presenza delle chitarre rimescola le carte, per quanto le sei corde non agiscano mai in contesti riconducibili al rock e siano anzi spesso di difficile identificazione.
Umbra Et Religio è dunque un lavoro complesso, composto da cinque tracce piuttosto lunghe e strutturate, concepito come una composizione di musica classica: senza soluzione di continuità si susseguono vari movimenti attraverso i quali siamo guidati da azzeccate melodie che di tanto in tanto ritornano, entro una forma compositiva ampiamente libera. Il vocabolario a cui il musicista attinge è quanto mai vario e non limitato a un genere, per quanto alcuni nomi significativi del catalogo della Warp possano venire in mente: solo nell’iniziale Rheethra, tanto per fare un esempio, troviamo battiti digitali associati a chitarre pesanti che fanno pensare ai Front Line Assembly più ispirati, passaggi cinematici che trasmettono tensione, sequenze IDM quasi (quasi…) danzabili e lividi paesaggi di ambient ritmica. I synth scuri e le trame techno-industrial di Umbra Et Religio, le sfuggenti melodie pianistiche e i battiti cupi di Nemora, la chitarra che fa a gara con la batteria elettronica sul finale di Eschata, il pianismo rarefatto e i beat freddi di Adyta, sono solo alcuni degli elementi che una composizione sapiente riesce ad organizzare in una sequenza logica senza sacrificare l’emotività e il piacere istintivo dell’ascolto. Umbra Et Religio è questo: un disco che va goduto nel suo fluire, lasciandosi trasportare, con la certezza che la scrittura, vera religio capace di interagire con gli elementi (musicali, ma non solo), saprà guidarci attraverso l’ombra.