Babau & Bienoise – Looongplay (ArteTetra, 2023)

I Babau si ritrovano in Val d’Ossola durante una residenza artistica ed iniziano a concepire ed a comporre un lavoro che si riallaccia con un concetto di respiro e di spazio, coadiuvati da Bienoise e da Flora Rabitti mettono le basi per l’elaborazione di Looongplay, due tracce che sfiorano i 20 minuti l’una e che rivelano un altro lato, forse più nascosto, del duo formato da Matteo Pennesi e Luigi Monteanni, forse proprio grazie all’apporto di Alberto Ricca. L’immagine del l’insieme sembra quella di un gruppo crust croato e ci dimostra quanto i tre si siano messi in linea fra loro per partire altrove. Si sentono le tradizioni, il mondo come contenitore di musica sacrale e meditativa, che accompagna viaggi interiori grazie alle esperienze fatte con i viaggi sul campo. Analogico e digitale sono termini che vanno a stimarsi fino a perdere significato, in un caleidoscopio che vi fa perdere il senso dell’orientamento calandoci in un flusso denso, che ci coinvolge completamente. Nei primi 18 minuti riescono a giocare con quella cosa chiamata tensione, riuscendo a conquistarci abbastanza per fidarci a seguirli, temendo poi le conseguenze, che puntualmente si avverano come voci di fantasmi o di altri mondi, trasmesse da strane e misteriose strumentazioni.
La seconda traccia parte lievitando, come una pasta ambientale di natura psichedelica, lucente e solare. Interventi smooth di fiati quasi a colorare un’alba immaginaria, sensazioni quelle dei cambi di luce naturale, che perdurano per tutto l’arco del brano. Looongplay è un album che non può mancarvi se amate la psichedelia ed il minimalismo, è che sono certo sedurrà anche chi, come me, da sempre segue le gesta del duo e non si aspettava minimamente questo slancio. Del resto credo che, messi nella condizione ideale, possano essere sorprendenti in qualsiasi veste (ed infatti furono stupendi anche quando li mettemmo alla prova come produttori Hip-Hop).