the Dining Rooms – Turn to see me (LP Schema, 2022)

Qualche stolto avrà sicuramente provato a dirvi che, considerando che l’abito non fa il monaco, la copertina non fa il disco.
La mia posizione considera la linea grafica come parte integrante di un lavoro musicale, così come la scelta di materiali. Tutto questo per dire che, così come per il precedente e bellissimo Art Is A Cat, la mano scelta è quella di Pierluigi Longo, illustratore elegante e deciso, che decora di vibrante bellezza la doppia copertina con la nuca di una donna e di un uomo. Forse in cerca l’una dell’altro?
Potrebbero essere gli ospiti del primo brano, Bonjour, Julie Normal e Bob Junior padroni delle voci che semplicemente apparendo in francese scatenano un immaginario punteggiato da incontri rubati, sussurri ed aliti, sostenuto una ballata d’ambiente ibrido, carica di spleen e di stile, con spruzzate jazzy e lounge. C’è un forte taglio cinematografico nei brani, il vissuto, l’esperienza ed il mestiere di Cesare Malfatti e Stefano Ghittoni si sente eccome, piccoli picchi di tensione ed aria. Attivi dal 1997, ormai al nono album, esperienze personali come Weimar Gesang, La Crus, Peter Sellers and the Hollywood Party, Tiresia, solo per citarne qualcuno. Con Desire i due rincontrano Tropicantesimo, così come sul disco precedente con Lola Cola qui con Egeeno e la tromba di Gianni Sansone. Sono mondi che si incontrano, Milano e Roma, sotto palmizi carichi di umidità e di groove. Il ritmo rimane sottotraccia, sibilando talvolta, in antri library come in Gli Inglese E Gli Americani (del resto Ghittoni è parte di Intervallo Records, che di simili sbocchi ne ha a solchi) o rilassandosi in crema come in Energy And Love, cantata dallo stesso Stefano, quasi un ralenty al crepuscolo per un momento di pathos pacificato e sorprendente. C’è del jazz, senza paura e senza passatismo, ma una conoscenza del classico e del mood  da spalle larghe. Fossero di Bristol o di Berlino probabilmente avrebbero viaggiato su altre strade, ma di sicuro non avremmo mai avuto l’occasione di sentirli così vicini e trasversali, freschi nonostante gli anni di corsa nelle sale da pranzo. prendiamo What’s Your Path Man, la giusta dose di polvere su strumentazioni old school, Jonathan Clancy che appare su registri impensabili, Maurizio Marsico al piano, socchiudete gli occhi, pensate a Guru in un angolo a schioccare le dita e saremmo in Jazzmatazz, totale. Siamo quasi in chiusura, con Water And Sea c’è un altro strumentale vibrante e nervoso di schiuma, per poi trasferirci a sud, prima Pronuncia Di Levante e per chiudere un Notturno Cileno, Gianpiero Kesten alla voce, suoni a gocce e beats e piano e cinghie…
Che gli vuoi dire? Stile a pacchi, bellezza a profusione, l’ennesima dimostrazione di due musicisti e produttori di personalità tale da essere sempre nuovi e comunque classici.
Un paio di bicchieri ancora e giralo ancora…