I The Chats sono tornati. Ruggenti ed ubriachi come schegge dall’Australia così come ce li ricordavamo, anche se cono un nuovo chitarrista. Bello vedere che nonostante gli anni passino e la visibilità cresca rimangano sempre gli adorabili cazzari di cui ci eravamo innamorati in Smoko e nella compilation di Bubca Records. Li ritrovo più dritti e più grigiastri in questi solchi, che forse non c’è più un cazzo da ridere, chi lo sa?
I brani sono le consuete istantanee, schiaffi che ti fanno girare qua e là la testa. Attacchi di panico, mancanza di grano, il prezzo del fumo. Fanculo, come il controllore dei biglietti sono io che comando, multe, sberle e pedalare. Punk rock, rock’n’roll, 4 note e 3 idee ma sono sempre quelle buone. I propositi ci sono giusti e la via seguita è corretta, come dimostra I’ve Been Drunk In Every Pub Of Brisbane. Il fatto che poi apriranno per i sempiterni Guns’n’Roses questo inverno dopo aver già girato in lungo ed in largo con i Cosmic Psychos dimostra di quanta cazzimma siano in possesso. Dategli della birra e delle prese di corrente e porteranno avanti il medesimo sfascio sera dopo sera. All’occorrenza ed in uno studio potrebbero pure sputarci un album. Come questo, o diverso, Come il prossimo.