Testing Vault – Ghosts Are Thin And Full Of Filaments (Looney Thick, 2023)

Testing Vault compie 20 anni. La bestia che accompagna Daniele Santaguliana si è trasformata in qualcosa di più grande del suo corpo.
Come una casa di foglie, la carcassa artistica è prolassata, crescendo e nutrandosi del corpo del proprio autore. Prendendo ispirazione da una nota raccolta dopo una visione, o forse un’allucinazione. Non è facile come Testing Vault capire dove finisca il piano di intenti, dove inizi la fantasia innescata dai suoni e dove, semplicemente, si racconti un volo persi un cielo che cambia tonalità a seconda dei brani. Testing Vault riesce a spremere dei semplici suoni iniettandoci tramite questi delle sensazioni, degli stati d’animo, delle reazioni. Difficile rapportare quanto fatto da Daniele ad altri artisti, essendo questa una diretta emanazione della propria anima e quindi del suo rapporto nel mondo. Ha incontrato persone, stimato musicisti, fatto emerite cazzate, ipotizzato colpi di scena, si è fermato ad osservare sotto un bicchiere di vetro un insetto, inconsapevole di essere in qualche modo lui stesso un insetto osservato. Ma tutto quanto esperito lascia traccia, scarto, scorza, segno. Filamenti che come suoni si esprimono non appena vengono percepiti da padiglioni. Oppure semplicemente parti di mondo, come una ragnatela che con gli anni è andato tessendo, riuscendo in qualche modo a spostarsi tra un capo all’altro del proprio ambiente.
“…With this double album, you are buying nothing more than a small space of time inside an empty room.”
Queste le parole che chiudono e forse meglio descrivono quanto con fatica sto cercando di spiegare. Rumore, scariche, sprazzi, colpi, frequenze e battiti, attimi di pace.
Battiti.
Pace.
Battiti.
Piccoli passi impercettibili, a misurare il volume di un disco, di un corpo, di un edificio che non riesce a rivelarsi sul piano reale per quanto magico e sfaccettato sia.
Vorrei fare un altro passo, per arrivare al 2053.