Taranja Wu sceglie di iniziare il suo primo album da solista, dopo anni di militanza nei Naked in English Class insieme allo scomparso Olifr. M Guz, con il singolo Leonora, electra sarabanda fra i parkours adrenalinici di Luc Besson e le Chicks on Speed. Ma nei tredici brani della musicista basilese c’è molto altro. Armata di chitarra, synth ed una voce che pare quella di una Grace Jones in estrogeni ci sballotta in un mondo sintetico e freak. Viene quasi in mente un immaginario über fisico come certi lati di Gigoló Records si fossero uniti al mondo di una Peaches. Volano sberle, tra i personaggi delle sue storie come Carlotta, con un occhio ad una linea orientale e che si fa sentire nei momenti più sedati come la splendida Alyssa and James. Poi plastica, lucidità e trame che esaltano una femminilità lirica e travolgente. Ninne nanne che cambiano idee e funzione, dita pronte a sparare, furti. Il mondo di Taranja è eclettico, multicolorato e furioso. Ci bombarda senza tregua lungo tutto il disco, prendendosi il tempo di costruire delle ipotesi twang-western come fossero concepite in una galleria del vento come la splendida Drinking Alone. Quando poi fa calare la notte come in Skin la sua voce ci rapisce, entrandoci sottopelle come un’aliena che ci seduce. Ma poi si riprende…fidatevi, smettete di leggere queste parole e salite anche voi sulla folle giostra di Taranja Wu!