Daniele Brusaschetto: ombre spalmate sui bordi dei pensieri

Difficile definire con poche parole la musica di Daniele Brusaschetto: il suo lungo percorso già dagli inizi mostrava un taglio molto personale e la tendenza ad amalgamare influenze diverse abbinandole ad una forte dose di personalità. Nei suoi dischi si possono trovare echi di elettronica, musica industriale, metal, indie, darkwave e molto altro, ma sempre imbrigliati e rimodulati dalla sua poetica. Daniele è uno dei più preziosi outsider della musica indipendente italiana che ci sia oggi in circolazione: gli abbiamo volentieri fatto qualche domanda, togliendoci anche qualche curiosità e approfondendo alcuni dettagli sul suo presente e passato.

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Meshuggah – ObZen (Nuclear Blast, 2008)

Attesissimo ritorno per la band scandinava che, contrariamente al loro stile, si ripropone in un lavoro lineare e, apparentemente, più digeribile rispetto ai vari Chaosphere e Nothing. Questo non vuol dire carenza d'idee, ma piuttosto un tentativo di sviluppo che predilige l'ossessione all'isterica torsione. Dimenticate quindi le impossibili scale di Escher che li portavano a difficili esecuzioni dal vivo: i nuovi Meshuggah preferiscono l'elettroshock agli psicofarmaci.

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Alchemist – Tripsis (Relapse, 2007)

Giunto ormai al ventennio di attività il quartetto australiano può decisamente considerarsi soddisfatto del proprio percorso e soprattutto del traguardo raggiunto con questo lavoro. Benché tutti musicisti dalle notevoli capacità tecniche e alfieri di un certo progressive metal, i quattro non perdono mai di vista l'attacco frontale di chiara matrice death in particolar modo nel cantato. Tripsis è certamente denso di inserti e sfumature oniriche e sognanti, ma consapevoli dei migliori lavori di Voivod e affini, gli Alchemist cercano di tener ben salda la struttura organica dei pezzi senza perdersi in arzigogoli virtuosistici fini a sé stessi.

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Gianluca Becuzzi/Fabio Orsi – The Stones Know Everything (Digitalis Industries, 2007)

Grande Digitalis che a quanto pare ha scoperto la "major league" italica visto che dopo questo Becuzzi/Orsi ci sta per sparare (pare che sia già in stampa) un HueFhievelBianchi, dove Bianchi non è ne per Isidoro ne per Ottavio, ma Maurizio. Questa volta per la par condicio tocca dare priorità al nome di Fabio Orsi visto che di Gianluca Becuzzi abbiamo già parlato diffusamente, resta che si tratta di una collaborazione che metteremo in parallelo al disco uscito su A Silent Place, ma che con esso ha relativamente poco a che spartire.

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