Tornano gli australiani già amati con …And So We Destroyed Everything a stupire e ammaliare con le cinque meravigliose tracce che hanno dato vita al loro debutto del 2008. Finora In Today Already Walks Tomorrow era solo disponibile in Australia o digitalmente ed è per questo che i quattro di Sydney hanno pensato di ristampare l’album che li ha fatti conoscere al mondo. I titoli dei pezzi, lunghissimi ed evocativi come le tracce stesse, danno solo indicazioni su cosa ha mosso la composizione strumentale che è sempre impeccabile e splendidamente emozionante tra cambi di registro improvviso – So That The Children Will Always Shout Her Name – e matrimoni riuscitissimi tra distorsioni quasi acide ed arrangiamenti per archi molto morbidi – One Day You Will Teach Me To Let Go Of My Fears -. …
Questo è un album di debutto. Incredibile pensarlo tale, vista la maturità sonora che il quartetto di Sydney in questione sfoggia: otto pezzi – tutti di lunghezza ragguardevole – che inneggiano al post-rock di grandi nomi come Explosions In The Sky o Sigur Ros. Atmosfere musicalmente morbide e rarefatte dove i padroni sono archi e tranquillità, che si trasformano, nello spazio minimo di una battuta in un attacco sonoro molto potente con chitarre distorte, accessi di elettronica e, ovviamente in crescendo, una batteria serratissima. …
Piemontesi, classe 1987, visionari, favolosi. Potrei fermarmi qui linkando il video di Momra Rusia, primo singolo tratto da quello che è il loro terzo album. In fondo “è quando le parole non servono che inizia il potere della musica” (Wagner docet!) e qui di musica potente trattasi, appunto. A voler fare la furba tirerei in ballo un paragone coi Pink Floyd di Syd Barrett e le sue sperimentazioni, iperboli sonore, droghe acustiche per la mente, urletti e vocalizzi che amplificano l’effetto degli strumenti – 90 Gradi – e tutto si collegherebbe a gente superbamente e matematicamente post-rockkosa tipo Tortoise, ma gli Io Monade Stanca, pur essendo contenitori di gran bei pezzi di passato musicale, sputano fuori roba con caratteristiche personalissime e non veramente rimandabili ad altro. …
Come accennato qualche recensione fa a proposito di Geoff Farina e altre vecchie glorie, la Damnably, in Europa, sta diventando una sorta di parco naturale, una riserva protetta dove nomi più o meno grossi e pionieri del passato del rock indipendente americano (inteso più come genere che come collocazione geografica) a cavallo tra il vecchio e il nuovo secolo, possano oggi trovare la giusta tranquillità per continuare a fare quello che loro riesce meglio, senza cadenze temporali precise e senza nessuna pretesa di reinventare qualcosa, rispetto magari ad altri progetti di più ampio richiamo a cui comunque gli stessi partecipano o continuano a partecipare. …
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