Der Blutharsch + Deutsch Nepal + Bain Wolfkind + Varunna – 17/03/12 Palazzo Granaio (Settimo Milanese – MI)

La primavera sta portando da queste parti alcuni nomi storici della scena post-industriale e dintorni: dopo Brighter Death Now e in attesa del giapponese Merzbow, stasera calcano il parco del bellissimo Palazzo Granaio, alla periferia ovest di Milano, Der Blutharsch nella versione estesa che prende il nome di The Infinite Church Of The Leading Hand, insieme ai sodali che lo accompagnano nel tour europeo che stasera fa tappa in Italia: Deutsch Nepal, Varunna e Bain Wolfkind.

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L’Ultimo Disco Dei Mohicani, intervista a Maurizio Blatto

Una varia umanità che spazza via qualsiasi noiosa "pippa" da appassionati di musica. La negazione assoluta di qualsiasi nozionismo musicale fatto apposta per escludere i non unti. Una girandola di personaggi tragicomici maledettamente reali: a metà strada tra una canzone di Jannacci e i fumetti di Alan Ford. Questi e decine di altri motivi rendono necessaria la lettura del primo libro di Maurizio Blatto, critico musicale di Rumore e negoziante di uno tra i più importanti negozi di dischi di Torino. Backdoor per l'appunto. Per leggerlo, non è necessario sapere quale accordatura usa Thurston Moore o di che segno zodiacale era Jerry Garcia: per godersi L'Ultimo Disco Dei Mohicani è sufficiente aver voglia di farsi quattro risate e, come in una striscia di Altan, non aver vergogna di mostrare le proprie deformità. Sia chiaro, non sto incensando né Moby Dick e nemmeno un tomo di Simon Reynolds, ma promuovo il diario di bordo di un navigante che annota una città in inevitabile cambiamento, ma che, nei ricordi e nei personaggi di chi narra, continua a pulsare un' italianità che non dovremmo mai dimenticare. Quella che il tempo ci sta togliendo.

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Liars + John Wiese – 06/11/10 Interzona (Verona)

Alla terza volta che il gruppo americano transita da queste parti mi è parso il caso di dare un'occhiata per verificare se quanto di buone si è sempre detto sulle loro esebizioni corrisponda effettivamente a verità. Non ho mai stravisto per i loro dischi, ma spesso questi gruppi sanno trasmettere durante i live vibrazioni ben maggiori rispetto a quelle delle incisioni.

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Neptune – Gong Lake (Table Of Elements, 2008)

Attivi addirittura dal 1994, i Neptune si dice stupiscano  per le loro performance dal vivo. Se, come me, non li avete ancora visti vi invito a dare un'occhiata a qualche video che gira in rete  per capirci. Come per Oneida o Liars, credo che ci siano gruppi che per essere compresi e apprezzati appieno prima debbano essere visti dal vivo. Poi nel religioso silenzio della propria camera, si colgono le sfumature di un disco, per poi rendersi conto, come succede in gruppi come quelli citati, che il percorso del disco o la strada del concerto spesso portano a mondi antitetici che solo poche volte si toccano (un riff o un suono che ti è rimasto impresso, poco più). Non si tratta tanto di due percorsi che vogliono sopraffarsi, ma di due modi di intendere il suono, a seconda del contesto.

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