Anno nuovo, vita nuova e nuove etichette, diciamo pure che questa copre un campo stranamente poco calcato nel Bel Paese. La Koyuki infatti a quanto pare è completamente focalizzata su di un'estetica di tipo minimalista e per quanto possa essere pedante scriverlo: minimalista non significa tre suoni buttati a caso e cose fatte in fretta e furia (dato che ormai l'importante è sempre più darsi una ragione sociale da artista). In questo caso non si tratta di minimalismo alla Young, Reich, Riley, Glass ma di “minimal electronics” quindi roba che ha referenze in etichette come la Raster Noton, con gente come Günter Müller, Jason Kahan, Tetutzi Akyiama, Toshimaru Nakamura e in casa nostra un nome su tutti: Luca Bergero, al secolo noto come Fhievel. Se non siete pratici del genere, sappiate che un concerto torinese di Müller rimarrà nella storia perché mentre suonava, la gente parlando copriva quei suoni sporadici che a tutti gli effetti erano il concerto.
Shinkei – Binaural Beats (Koyuki, 2007) Read More