Tank_Of_Danzig

Tank of Danzig – Not Trendy (Music à la Coque, 2013)

Grazie alla label barese Music à la Coque, dal dimenticatoio delle band underground anni ’80 si fa notare la ristampa in formato digitale di questo secondo album dei misconosciuti Tank Of Danzig uscito in origine nel 1982 per la minuscola Idiot Records, gestita dalla band stessa. Dalle rasoiate di chitarra di Schengel (all’anagrafe Bernd Otto Adelfang Krapp), dal Sax impazzito di Kohl e dal basso pulsante di Esch (Brain War) emerge un’alienazione pregna di nichilismo ironico e strafottente, ma mai disperato, che forse solo la gioventù anni ’80 del triangolo magico Berlino, Koblenz, Duesseldorf della NDW (con cantato in inglese in questo caso) avrebbe potuto esprimere in modo così netto.

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Paolo Cantù: soltanto io, da solo.

Paolo Cantù si è fatto le ossa in seminali gruppi dell’industrial italiano all’inizio degli anni ’80, ha suonato la chitarra nella primissima formazione degli Afterhours, è stato parte di un gruppo fondamentale per la musica sperimentale come A Short Apnea, ha militato in Six Minute War Madness, Uncode Duello, EAReNOW e in un’infinità di altri progetti, di cui ci siamo spesso occupati. Chiusi tutti i precedenti capitoli, quest’anno la sua storia è ripartita con un nuovo nome, Makhno, e un album, registrato in quasi completa solitudine, che è da annoverare fra le cose migliori uscite nel 2012: Silo Thinking è un’opera intensa e complessa, diretta ma non facile da circoscrivere in tutte le sue molteplici diramazioni. Abbiamo voluto saperne di più e, già che c’eravamo, ne abbiamo approfittato per ripercorrere le tappe della sua carriera.

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Key-Lectric – Blanking Generator (Stuprobrucio, 2009)

Ho avuto l’occasione di sentire in concerto Key-Lectric durante una loro lontana trasferta eporediese e di quella sera mi era rimasto il ricordo di un gruppo rumoroso e trascinante. Dichiarate influenze Cramps si accompagnavano a una voce carica di riverbero e a taglienti e ossessivi suoni di chitarra. Quando qualche settimana fa mi è capitato in mano questo loro cd, il primo ufficiale dopo un demo autoprodotto, il mio ricordo è stato solo in parte confermato, c’è ancora quella base psycho garage sullo sfondo, ma va da se che il suono sia decisamente più sfaccettato e le influenze più disparate: certe cose alla Suicide, passaggi molto Gang Of Four, e un richiamo più marcato a certa wave (mi vengono in mente anche The Fall), pesano indubbiamente sul risultato finale.

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