Sufjan Stevens – Javelin (Asthmatic Kitty, 2023)

Ancora Sufjan Stevens o mai abbastanza?
Dopo le recenti collaborazioni con Angelo De Augustine come compositore di musica classica contemporanea e di colonne sonore, è nato Javelin, la cui cover è stata realizzata da Sufjan che si è anche cimentato in un libro artistico di 48 pagine con collage e lavori realizzati appositamente; il tutto fa anche parte del video di So You Are Tired che trovate sotto.
Un album, questo, denso di collaborazioni – una su tutte, Bryce Dessner dei the National – su dieci tracce che vengono presentate come la prosecuzione stilistica di Carrie & Lowell, il disco che quasi dieci anni fa fu dedicato alla madre e al patrigno e che tanto è stato acclamato dai fans (me compresa). In effetti, trovo che sia così.
Le atmosfere sono quelle a cui il prolifico cantautore ci ha abituato: canzoni delicate e intimiste, vere e proprie colonne sonore dell’anima – My Red Little Fox, There’s A World – che intrecciano sapientemente cori e sonorità elettroniche a un core totalmente acustico – Everything That Rises -, vera cifra stilistica di Stevens.
A mio parere non si sbaglia mai ascoltando Sufjan, sono una delle poche certezze che ho nella vita: so quello che ascolterò, but I like it.
Will Anybody Ever Love Me? e So You Are Tired sono poesia pura che parte l’una dall’amato suono del banjo, inseparabile compagno del (ex) ragazzo neo folk del Michigan e l’altra da liriche sempre perfettamente cesellate da parole scelte sia per significato che per sonorità – ‘So you are breathing disaster… I was a man indivisible, when evertyhing else was broke’.
La title track è una piccola gemma incastonata in questo disco che non è innovativo – The Age Of Adz è molto lontano, direi – e non ha pretese particolari, se non quella di accarezzare chi ascolta con la morbidezza di voci e suoni che caratterizza Stevens e da cui si viene in fretta viziati – Shit Talk e Goodbye Evergreen che, senza spararla troppo, rievocano certe costruzioni sonore di Moon Dog-iana memoria -.
Disco onesto, bello e fatto davvero bene questo numero 13 nella produzione del cantautore – senza contare le colonne sonore e altro – che, secondo me, ha ancora tanto da regalarci. Ah, ovviamente la mia risposta alla domanda iniziale è ‘mai abbastanza’.