Sparklehorse – Bird Machine (Anti, 2023)

Carlo Bordone è un amico storico pur non essendoci mai visti di persona. Lui sta a Torino e io qua nella Calabria Saudita inglese. E’ quel tipo di amicizia virtuale nata ben prima del social media, quando una volta al mese si andava in edicola a prendere la rivista musicale preferita, dove ben presto hai imparato cosa siano la competenza e il saper scrivere di musica, e i gusti degli scriba. Se fosse un mondo perfetto, io scriverei come Carlo Bordone. Spiaze…
In uno dei suoi post recenti scrive senza mezzi termini che l’album postumo di Mark Linkous/Sparklehorse è imperdibile e legittimo candidato ad essere uno dei dischi dell’anno. Resto abbastanza sbigottito perché Carlo non è tipo da operazioni commerciali e musicali come questa. Ma deve avere i suoi buoni motivi (tecnici, cioè di qualità della musica) per farlo…
Il giorno dopo capito vicino a un negozio storico inglese di Bristol e prendo questo CD, senza nessun preascolto prima. Mentre apro il packaging mi vengono ancora più dubbi, Carlo ma porca eva ma guarda che roba, la copertina è uno scarabocchio del buon Mark, ci sono solo i credit dentro, ma che cazzo… penso. Lo caccio nell’autoradio e le mie orecchie non possono credere a quello che stanno sentendo. Quattordici tracce con almeno dieci pezzi che migliaia di cantautori si sognano di fare una sola volta in carriera. Non lo tolgo dal lettore CD per giorni interi. Caccio anche una 10 pound extra di E10 (la nuova benza “eco” che va messa per forza nelle auto inglesi, perché le fa rendere peggio e rovina prima il motore, “thanks to the dick, Tories”…) per farmi un giro senza meta una sera e ascoltarlo tutto d’un fiato. Mi pare di essere nella stessa stanza del fratello Matt, mentre per la prima volta ascolta questi inediti e pensa, come ha dichiarato in un’intervista, “ma cazzo, come faccio a rimettere nel cassetto questi pezzi? sono così belli…”
Questo disco è un inno alla Vita, che Mark ha amato così tanto da sfinirsi a 47 anni e da spegnere il suo corpo inadeguato alla sua anima, gabbia che ne impediva il volo.
Questo disco è un inno pure all’Amicizia, cioè di coloro che hanno preso queste gemme spesso non finite dal loro carissimo Mark e le hanno portate al massimo splendore possibile. Capendo perfettamente come Linkous avrebbe voluto produrle e mixarle se solo i suoi demoni avessero avuto una catena più corta e più forte e non lo avessero trascinato nel burrone della depressione.

“Non voglio far del male a nessuno
Non voglio uccidere nessuno
Voglio solo vedere la mia bambina
Che ha il viso come il sole
Ciao Dio, come stanno i tuoi bambini?
Non so cosa sto facendo qui
Non sono sicuro se sia giusto
So solo che sono un giovane soldato
E il lavoro di un soldato è combattere.
Mi stendo nel sole crudele
Non ho mai visto tanto fumo e fuoco
E così tanto sangue”

So long, Mark…