Slayer – Christ Illusion (Warner Bros / Wea, 2006)

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Loro. Sono tornati e ancora una volta, fin dalla copertina, è evidente il tentativo di tornare ai torridi fasti di Reign In Blood. Il sound è acido, i riffs assassini, secchi, asciutti e senza alcuno degli scivoloni intimistico malinconici caratteristici degli anni novanta. Persino gli assoli sembrano meno senza senso che nello standard. Credo, comunque, che quando il sound di una band diventi un aggettivo, sia davvero difficile (ma non impossibile) incappare in imbarazzanti plagi di qualcos’altro. Eppure, nonostante questo, ammetto di preferire pezzi come Jihad alla furia cieca di Flesh Storm o Eyes Of The Insane, proprio per il tentativo di cambiare la costruzione delle canzoni dalla stessa forma che le ha rese tanto fedeli ai propri mentori. Cambiare significa premere su seducenti e originali girotondi introduttivi o innestare arresti totali piuttosto che le classiche proposizioni di fuga a rotta di collo o le danze della pioggia (comunque di sangue) in mid-tempo che hanno reso famosi gli Slayer. Da sottolineare come queste innovazioni siano, in ogni caso, casi rari e sporadici: da quattro ultraquarantenni cresciuti nella guerra del fuoco non si può pretendere proprio adesso che sappiano far di conto o conoscano l’insiemistica. Va detto che è un disco dignitoso e che mantiene ciò che promette. Pare che la copertina stia suscitando clamore e contestazione nelle varie istituzioni integraliste cristiane del Nord America. La solita ipocrisia pubblicitaria insomma. Direi che mai come ora ho visto una copertina al passo con i tempi, questo sì.