Freshkills – Creeps And Lovers (Arclight, 2005)

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Che cazzo gli ha preso al mondo? Se in questa recensione riuscissi a rispondere a questa domanda sarei probabilmente in procinto di guadagnare grande copia di grana e/o a pochi gradini dall'illuminazione finale. Buona cosa è lasciar perdere il resto del mondo e dedicarci ai cosiddetti hot movers: quei quattro fortunati che si arricchiscono estraendo chirurgicamente la moneta, tanto dalle tasche di snob indierocker quanto da quella dei kids meno intransigenti. Ci cascano sapidi collezionisti e quattordicenni che si confrontano per la prima volta con sonorità il più lontane possibili dalla triade Ligabue/Iron Maiden/M2O; un triangolo delle Bermuda che attanaglia i giovani d'oggi ma che non è certo di nostra pertinenza. Fatto sta che tolto un retrogusto quasi emo-tivo di un singolo del Luciano, un supposto asciugamento delle sonorità dei vecchietti inglesi e l'aggressività non mediata della cassa in quattro, il target viene tracciato con la scure del (pop) punk. Dove, però, il nipotino di Green Day e Bad Religion può trovare sfogo alle sue pulsioni? Dove trova contatto con la ricerca cerebrale e cervellotica dello snob? Dove finiscono entrambi sotto l'amorevole obiettivo di scaltri cialtroni da videomusica?
Negli ultimi anni, sulla falsa riga di gruppi come At The Drive In, dal lato incazzoso, e dei Murder City Devils / Pretty Girls Make Graves, sul versante rock'n'roll – tiro – divertimento – pop, ci siamo trovati questi figuri, buoni per tutte le stagioni tra cui, degni rappresentanti, figurano gli Yeah Yeah Yeahs. Hot movers dicevo, quelli che in classifica hanno tutte le potenzialità per scalare e infliggere sonori calci in culo alle starlette da major. Prodotti insomma. Con tutte le conseguenze in termini di "credibilità" e di "veridicità" che si possono facilmente dedurre. Tra questi perfetti assalti sonori si sono annoverati molti gruppi negli ultimi anni, Bloc Party, Franz Ferdinand, Strokes, International Noise Conspiracy, Hives, indietro fino ai Dandy Warhols; una serie di gruppi, lontani dalle elucubrazioni di ogni post, quanto troppo spesso troppo simili a mille altri. Ora possiamo aggiungere anche i Frshkills, che paiono quasi non interessati a distaccarsi dalla massa ed emergere, come nel caso degli Yeah Yeah Yeahs, ad esempio. La produzione di questi fresconi è perfetta. Con alle spalle tal Joel Hamilton (già dietro il banco con Frank Black e Tom Waits): riescono nell'intento di costruirsi un cd con quella dose di aggressività che basta a farsi apprezzare da chi cerca un po' di cattiveria; tra le righe escono tutte le pecche di tricks triti e ritriti, fino ai limiti del baratro dei detriti. Non pungono, dunque, tra sbocchi grungeosi, occhio che è finito il post e il revival è già alle porte, e, soprattutto, non brillano. Non regalano forti emozioni, anche citando, a sproposito, nella cartella stampa numi tutelari quali Drive Like Jehu e Birthday Party; o che i loro addetti alle pubbliche relazioni questi gruppi non li hanno mai ascoltati, o che sperano che qualcuno ci caschi e poi si penta in seguito, a soldi già ben spesi.
Ho capito, quindi, che al mondo gli ha preso bene di fare dei soldi su tutto e tutti, e che in questo cassone di nuovi evergreen, tra un Blonde Redhead e un TV On The Radio, sulla MTV americana qualche faccia nuova prima o poi dovranno anche infilarcela, che fa si massa, non critica, ma fa anche tanto cassa.