Satan Is My Brother – How Far Can You See? (Dissipatio, 2023)

Quanto lontano puoi vedere? Ma, soprattutto, a che pro? Vero è che, nella loro ormai prolungata carriera (il debutto è ormai storia di ben 16 anni fa), spesso i Satan Is My Brother si sono lambiccati intorno alle immagini. Ma qui si va ben oltre: i membri del quartetto nella foto promozionale non hanno più gli occhi ed il loro mood sembra sembra più esperienziale che lungimirante. Quasi nessun titolo, un sobbollire colmo di umidità e di pathos dal quale escono come come bastoni di un rabdomante le bacchette della batteria ed il ritmo che giace in loro, a guidare sfiati ed elettroniche. Rileggendo la carriera del progetto lombardo sono diverse le cose a saltare all’occhio: in primis questo è il primo disco fuori da Boring Machines, entità che fungeva da guida e da specchio. In secondo luogo i titoli dei loro lavori: Satana è mio fratello, un’oscura foresta, ci hanno fatto salire quassù, quanto lontano puoi vedere? Parrebbero quasi essere cellule di un’entità raminga, sotto costrizione, alla ricerca di una fuga o di una soluzione. Luca Freddi, Francesca Stella Riva, Alessandro Midlarz e Simone Mattiolo sembrano esprimersi al meglio quando ne hanno veramente la necessità, quasi che l’esistenza sia subordinata all’utilità. Ed in questo senso How far can You See? è disco sicuramente necessario, poiché esplora senza assoluzione e senza condanna il momento di smarrimento, di riunione, di ricostruzione. E, forse, anche il trovare casa a Dissipatio ha il suo perché: in circa due anni e mezzo la label di Nicola Quiriconi è riuscita a crearsi un’immagine in cui interruzioni, detriti, abbandono, inesistenza, osservazione giocano a concorso di musiche che non lesinano a mettere in pratica i propri intenti anche a costo di parere respingenti. In questo disco c’è lirica, c’è l’avvicinamento ed il tentativo di creare un contatto (come nel quinto movimento del disco ad esempio), di muovere la materia affinché qualcosa accade. E funziona: fra frizioni, scontri, scheletri e rimescolii il brodo sonoro porta a termine il suo percorso riprendendosi quanto lasciato anni addietro. Il loro pubblico è invecchiato di qualche anno, sarà di sicuro ancor più disilluso, più specializzatosi intorno ad un determinato tipo di suono, più scafato: ma il lavoro del Demonio è stato prezioso e preciso, muove le fila del proprio Golem ed insieme a noi ancheggia, ondeggiando il capo. A chi chiediamo quindi quanto lontano possa vedere? Ad una persona di fiducia, ad un bugiardo o ad un aiuto? Chiunque esso sia non riapriamo gli occhi, procediamo a tentoni, guidati dai suoni e dai corpi a noi più prossimi.