ROHRER/TROBOLLOWITSCH/NAMTCHYLAK – Jeito De Ferver (Sonoscopia, 2023)

Difficile uscire come comprimari di personalità da un disco con Sainko Namtchylak: Andreas Trobollowitsch e Thomas Roher da parte loro maneggiano giradischi modificati, sax soprano ed una sorta di violino brasiliano chiamato rabeca. La prima traccia sembra essere una ricognizione in territorio sconosciuto e potenzilamente minato. 5 minuti di tensione fra sibili e fruscii ci fanno subito calare nel ruolo, mentre la successiva ovaa gioca su un giro ritmico legnoso che va ad esaurirsi mentre la voce di Sainko, appare di sottecchi. Viscerale, animalesca, temibile. Il trio mette in atto quel che sembra un incontro bestiale nel sottobosco, dal quale siamo esclusi e che possiamo soltanto ascoltare sconcertati. L’impressione, all’ascolto del disco, è di vivere in un perenne stato di attesa rispetto ad un nuovo attacco, ad una nuova apparizione. La scoperta è invece addentrarsi nella selva, scoprendo come Andreas e Thomas riescano a maneggiare suoni e rumori creando una sorta di cacofonia perfettamente naturale. Con Schnelllaub, letteralmente fogliame veloce, siamo nel noise più tagliente, coriaceo e periglioso, come se stessere irrorando il frescume di vetro tritato con tutte le conseguenze del caso. A chiudere questa breve ma intensa passeggiata nella foresta Cadera A Cavaglia, con fiati che sembrano venire da sottocoperta, echi di vociare come sibili di uccelli in un ambiente che non riusciamo più a riconoscere né come naturale né come artefatto, trasformatosi ormai in uno spietato gioco che obnubila i sensi e ci fa sudare freddo.