Radunorock – 19/08/2023 – Baita Penna Nera (Grumes, Trento)

Il Radunorock è un festival musicale, che si tiene da quasi trent’anni in Val di Cembra, nel cuore del Trentino più autentico e fuori dalle principali vie turistiche.
La ventinovesima (!) edizione si è svolta tra venerdì 18 e sabato 19 agosto alla Baita Penna Nera, sopra l’abitato di Grumes, a circa mille metri d’altitudine.
Arrivo sul posto durante l’esibizione dei local heroes, Humus. La serata prevede, inoltre, le esibizione di Exhibit da Mantova, Waves In Autumn da Bergamo ed un’altra band locale: i Fucking Hell. Prima del mio arrivo, si sono già esibiti i Zentaya, nuovo progetto del cantautore Felix Lalù.
La situazione è molto autentica: giovani e meno giovani, tutti assieme, sono intenti a darsi da fare per gestire quello che è un ritrovo per socializzare, travestito da festival rock.
Il pubblico è molto vario, così come le band, che calcheranno il palco. Tra metallari e gente del posto, il bello è proprio il melting pot che ne esce.
Come accennavo, arrivo sul posto durante l’esibizione degli Humus. La band trentina è fresca della pubblicazione dell’album Non E’ Giusto, uscito all’inizio dell’anno. A catturare l’attenzione è il frontman, Palo. Con la sua Gibson Firebird blu, una voce da rocker navigato ed una presenza scenica di tutto rispetto, si sgola, urla e incita il pubblico. Il mio pensiero va, istintivamente, ai Foo Fighters. Un altro valido accostamento, potrebbero essere I Ministri. Prendo atto che i quattro sono un piccolo caso, visto che hanno di fronte qualche decina di ragazzi che conoscono a memoria le canzoni e si dimenato come ossessi.

A seguire, salgono sul palco gli Exhibit, che sono il vero e (quasi) unico motivo della mia presenza. Il disco d’esordio, infatti, è uno dei migliori dell’anno, se non degli ultimi anni. Il loro è un noise malatissimo, suonato in maniera totalmente atonale, distante dalle mode post-hardcore e, genuinamente, sperimentale. Ero molto curioso di sentirli dal vivo. Posso subito dire che il risultato è stato impressionante.
Il lavoro di basso e chitarra è  stupefacente. I due strumentisti trattano il suono come un unico elemento, che maneggiano assieme. Loro non suonano, ma fanno suoni e rumori con quello che hanno in mano e tra i piedi. Un approccio così spinto e sperimentale è, forse, rintracciabile nei primi Sonic Youth e nella No Wave. Sono rimasto stupefatto proprio dal lavoro certosino di studio e cattiveria, a cui i due si sono dedicati, evidentemente, per molto tempo, data la sintonia e la capacità di reggere il tutto.
La batteria è un altro elemento utilizzato in maniera del tutto inusuale, ben conscio del suo spirito autenticamente acustico, insieme alla voce, tiene in piedi i deliri degli strumenti elettrici. I colpi sono pestati il giusto, non vi sono tecnicismi inutili.
Il cantante, infine, è un animale da palco. Punto. Con una fisicità nervosa e sofferta, porta in dote una tensione tale da generare quella nevrosi isterica, che, credo, vogliano trasmettere nel progetto.
Il palco, molto professionale, forse non ha permesso di far esplodere la fisicità della band, ma sicuramente ne ha consentito un’espressione sonora eccezionale e totalizzante.
La scaletta è, sostanzialmente, il disco con due chicche pazzesche: due cover matte. La prima è La Casa di Endrigo, la seconda è una misconosciuta canzone tecno che fa agitare diversi astanti.
La serata continua con i metalcorers da Bergamo Waves in Autumn e Fucking Hell, altri local heroes. A questo punto, però, le ore si sono fatte piccole per chi poi deve farsi un be po’ di chilometri di strada.
Il Radunorock si conferma un’ottima rassegna locale, con ospiti audaci e scelte fuori dal coro.