Pinback – Autumn Of The Seraphs (Touch & Go, 2007)

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I Pinback potremmo tranquillamente definirli un "superduo" risultato dell'unione creativia di Rob Crow (ex Heavy Vegetable, Thingy, Optiganally Yours, collaboratore dei Team Sleep nonchè apprezzato solista) ed Armistead Burwell Smith IV, già bassista dei leggendari Three Mile Pilot. I due ragazzi di San Diego, accompagnati da una serie di turnisti, registrano assieme da una decina d'anni, arrivando a pubblicare quattro album piuttosto apprezzati nel circuito universitario americano, di cui questo Autumn Of The Seraphs non è che l'ultimo della serie. Denso di piccoli acquerelli squadrati e meticolosamente strutturati, ma dotati di una spiccata sensibilità pop, il disco scorre armoniosamente, a partire dall'iniziale From Nothing To Nowhere, accelerata pièce chitarristica in cui, fin da subito, si nota una maggiore cura del suono rispetto agli esordi come "bedroom band", comunque Pinback fino al midollo impregnata com'è dei cori dei due leader che si incastrano, si confondono, si alternano alle parti strumentali quasi "math" del grupp. La componente "calcolatrice" del sound dei Pinback è esemplificata meglio in Barnes, in cui sembra quasi di udire dei Don Caballero poppeggianti spogliati delle tentazioni protojazz, ma dotati di voce. Mancano le tastiere, che puntualmente giungono in Good To Sea e Walters, brano, quest'ultimo, che da rotonda ballata si trasforma lentamente in spigoloso autocitazionismo che ormai Rob ed Armistead si possono permettere. La tecnica fretless di Smith ed il chitarrismo bizzarro di Crow sono invece i protagonisti di Blue Harvest, prima di giungere, in chiusura, alla trionfale Off By 50 che chiude un nuovo capitolo, entusiasmante nella sua formula innovativa, ma invariata rispetto agli altri dischi della vicenda Pinback.