Perpetual Bridge – Astral Departures (Everest, 2022)

E’ passato un annetto da un EP di tutto rispetto e, finalmente, inizio a gustarmi il primo disco di Nadia Peter, a.k.a. Perpetual Bridge un lunedì mattino presto, prestissimo.
Forse non c’è da ricordare che questa artista che si occupa da un bel po’ di musica elettronica-sperimentale, dopo anni a fare la dj in importanti locations svizzere, ha deciso di impegnarsi in un progetto tutto suo dove l’intento della sua produzione – davvero di altissimo livello – è di fare da ponte tra suoni crepuscolari e aperture sonore luminose. Un ponte perpetuo, appunto, come il simbolo che presenta il disco: un simbolo dell’infinito rivisitato che collega i due mondi.
Fa ancora caldo in questa fine di Ottobre che pare Maggio, eppure mi sembra che tutto sia avvolto in quella patina lattiginosa che separa la realtà dal sogno, proprio come quando fa freddo e c’è la nebbia mattutina. Sarà che i ricami sempre più decisi del synth di Astral Departures – traccia che dà il titolo all’album – mi portano ai ricordi di un autunno decisamente più fresco di questo in cui ascoltai per la prima volta i Lali Puna ma mi pare di intravedere nei vetri che incontro le famose ‘sliding doors’ che Perpetual Bridge vorrebbe in qualche modo far conoscere.
Trovo straordinariamente bello questo lavoro che – non so se esiste il termine – definirei math-elettronico, una bellissima colonna sonora per trame fantascientifiche à la Fringe (che super serie era? Stranger Things scansate!), che andrebbe centellinato immersi in una vasca sensoriale, che è un’entità sonora – soprattutto Abstarct Possibilities  – capace, piano piano, di ingoiarti senza che te ne accorgi.
Paradoxical Propeller e Floating Deep portano in una dimensione altra (‘Mondi Interdimensionali’, come direbbe l’autrice), timelines di quelle belle, un rimando a certi pezzi clubbing fighi come Idioteque dei Radiohead (no judge…dai…era un pezzo oggettivamente figo…).
Brava Nadia che hai creato con fatica e amore un disco così: è un regalo ascoltarlo e un onore parlarne.
Vorrei dire anche che Perpetual Bridge è in tour. Da brava italo-svizzera, ha già suonato in posti a lei cari e conosciuti come Bologna, Roma, Ginevra, Lugano e Berna.
Colgo l’occasione per dichiarare che a Milano o Genova, per esempio, non sono previste ancora date. Gente: fatevi avanti a suggerire e proporre, ne vale la pena.