I tedeschi Onyon sono quattro tizi di Leipzig che nelle scorse settimane hanno visto uscire il loro secondo lavoro – e primo album vero e proprio, dopo un Ep prodotto nel 2022 – Last Day On Earth. Una cover piuttosto scarna in bianco e nero che profuma di fanzine hardcore autoprodotta, melodie inquadrate da basso dal suono rotondo, batteria e tastiera basiche e volutamente ripetitive: un post punk dannatamente disturbante, una strizzata d’occhio alla No Wave newyorchese e ai primi anni 80 che trovo favoloso.
La voce di Maria Untheim e Ilka Kellner– anche rispettivamente a tastiere e chitarra – si esprimono sia in inglese che in tedesco, spesso mischiandosi sia come voci che come idiomi e richiamano tanto i primi lavori dei Sonic Youth. Nuove Kim Gordon – o, con meno onori, ma, almeno per me, comunque valida, Justine Frischmann – che adoro in Mower, pezzo in crescendo che trovo essere il mio preferito, o in Egg Machine e Dogman, le tracce più easy listening dell’album.
O.U.T. e Alien Alien sono pezzi davvero sbilenchi e accattivanti che si snodano tra un cantato che sposa la tradizione teutonica di kraftwerkiana memoria a quella britannica di Souxie And The Banshees e affini: una tastiera sapientemente distorta o un chorus portato all’estremo che danno risultati storti simili e davvero belli.
Una piccola gemma post punk questa, una perfetta colonna sonora Sci-Fi retrò tipo i B52’s più cattivi e spanati – Yahtzee -; roba che, tanto per intenderci, i Devo apprezzerebbero davvero molto – Talking Worms o Two Faces – e che così faranno sicuramente i fans di un certo periodo musicale celebrato al meglio in poco più di mezz’ora. Sehr Toll!