Nziria – xxybrid (Digital, Never Sleep 2022)

Nziriaa è l’alias di Tullia Benedicta, artista a me sconosciuta rimbalzata più volte nel mio mondo grazie al suo debutto XXYBRID ed alla collabrazione su Musica Nova, contenuta in Rimorso, nuovo disco di Mai Mai Mai. Nziria ha una vocalità intensa e piena, antica quasi, da lacrime, ma canta mentre tutto intorno sembra distruggersi, con uno sfaldarsi di pixel che vanno a lasciarla da sola sul ciglio del vuoto, senza nessun effetto speciale dietro. La portata sonora è un maelstrom digitale che la contiene e l’accompagna, evidenziando ancor di più il pathos ed il calore della sua lingua.

Napoli è la città da dove la famiglia di Tullia proviene, anche se la sua crescita è avvenuta più a nord, a Ravenna. Ad un certo punto però, durante un set di musica industrial tecno Tullia butta nel calderone qualche canzone napolatana superclassica spezzata con elementi gabber. È la svolta, nasce Nziria, Tullia manda le sue prime tracce a Gabber Eleganza e tutto ha inizio. I brani di YYYBRID profumano di classico, così come nell’esperienza Liberato il classicismo della canzone napoletana ha un’ibridazione che lo rende fortemente internazionale e trasversale. A tratti mi sembra di sentire un Perfume Genius od un Moses Sumney rapiti da una città calda e capiente come Napoli può diventare, per poi esprimersi mantenendo la drittezza che gli compete. C’è un forte equilibrio tra parte vocale e parte strumentale, un gioco di specchi che ibrida il percorso di momenti caldi e freddi, grazie al calore della voce ed alla freddezza dei beats e delle vocalità pitchate che intercalano qua e la il disco. Quando le strumentali partono c’è la beata impostazione del corpo che balla come venti o trent’anni fa seguendo la cassa ma un attenzione al suono non indifferente, con un vero e proprio viaggio alla ricerca di accostamenti tra i diversi piani culturali, quello della musica elettronica e quello della tradizione campana. Esemplare in questo senso Te, A Luna e O’ Mare, in cui sembra di ascoltare fischetti ed onde trasmutati in una trance da nuovo millenio.

In napoletano NZIRIA sta a significare il pianto ostinato del capriccio infantile, in questo caso, secondo il comunicato stampa ma non potrebbe essere più chiaro ascoltando attentamente l’album, il pianto se appare è di liberazione e di emancipazione, atto a trasformare ancora una volta un contesto che è di sicuro troppo stretto a Tullia ed a Nziriaa, pronte a volare come gabbiani dai punti più alti della città, per prendervi tutti.