Newtone 2060 – Shot (Fratto9 Under The Sky, 2011)

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Sono innamorato di questo disco fin dalla prima traccia che avevo ascoltato in rete: non sapevo neppure di chi si trattasse, poi quando ho scoperto che si trattava di un Otolab con Cristiano Calcagnile ho avuto l'ennesima riprova che la classe non è acqua. E' giusto ragionare in termini di musicisti di serie A e di serie B? Indubbiamente no, ma in tempi di qualunquismo scambiato per relativismo diciamo che sì, esistono musicisti su livelli diversi, certo, questo non ne garantisce sempre i risultati, ma quest'ultima affermazione direi che faccia parte della bellezza intrinseca della musica, dove i canoni di valore assoluti lasciano un po' il tempo che trovano. Il disco esce per la Fratto9, che negli ultimi anni ha snocciolato una serie di uscite notevoli, dagli Illachimé Quartet ai loro concittadini A Spirale e Aspect (a proposito, tenete d'occhio il circuito napoletano dell'improvvisazione, perché in questo periodo gode di una salute impressionante). In questo Shot, dove oltre a Calcagnile, Marco Albert e Salvatore Sammartino non fanno certo la parte delle comparse, vengono suonati vinili, oggetti, voce, ammenicoli vari e batteria: pur offrendo una formazione anomala non si tratta di una combinazione certo inedita, ma il risultato, beh… è sotto alle vostre orecchie. In un certo senso si può dire che i Newtone 2060 si ricolleghino ad un filone avant-kraut nel quale bene o male si erano aggirati anche A Short Apnea e i troppo presto dimenticati Dogon in cui militavano Massimo Pupillo e Dj Okapi. Non saprei dire perché, ma a tratti ascoltando questo disco ho anche avuto l'impressione di ritrovarci delle reminiscenze No Wave, i vinili vengono fatti scorrere e pasticciati mentre la batteria macina appena sotto, a volte impalpabile, a volte ingombrante ma comunque sempre molto presente a volte sembra di ascoltare certi lavori più filmici dei Naked City, in pratica quando non sono in vena al raptus da Funny Games in cui si trovano compressi fra l'incudine del jazz ed il martello dell'ultracore. La cosa sorprendente è il fatto che il disco oltre a mantenere una certa tensione abbia anche una sua ascoltabilità, se vi pare poco?!