Maso Nero – News From Home (Taxi Driver, 2021)

Le persone per bene chiamano, al limite scrivono.
Maso Nero non è una persona per bene.
Per darci qualche nuova da casa incide dei brani su nastro, di un incidere macilento e sulfureo, che in effetti a parlare su questi toni dar di testa è un secondo, meglio ricevere questi messaggi e sorbirseli da soli. Jesu Crì inizia dando la tara al lavoro, frenando qualsiasi squillo o lampo, menando fendenti reuterati di corde su una batteria statica e stanca. Come ricoprirsi di sabbia e cemento, acquisendo peso. Poi iniziano a girare le immagini, con un omaggio ad un regista e musicista che di paesaggi e di statisticità ne sa parlare. È un po’ che ho abbandonato the man from Ohio ma directed by Jim Jarmusch pennella acquarelli grigi sotto un portico gonfio di salsedine. 
La semplicità è la chiave: capacità di veicolare immagini e messaggi senza costruirci sopra caterve di parafrasi e metafore.
Cemento, acqua, sale, legno. Veicoli. In autostrada come Autobahn, secca e dritta, cadenzata e sporca, senza mai esagerare. Accostato il veicolo si scava una fossa, ci si butta il cadavere di una Bad Moon Rising (Creedence Clearwater Revival) colma di grasso da motore fino a sfrangersi e si aspetta il crepuscolo, armati solo di una chitarra e di un rombo, che vanno ad unirsi nella title track di quello che sembra sempre più essere un viaggio secco ma ricco come un deserto. Due spazzole ed una goccia d’acqua ed eccoci al cospetto di una In the soup che oscilla come un serpente. I suoni si aprono a diverse incidenze in quella che potrebbe essere un ipotesi post-rockal suono del deserto, come se i Friends of Dean Martinez avessero rubato le droghe ai June of ’44.
D’onda si avanza, rarefatti, in trip pieno vuoto da deserto ed assolazione. L’acqua rappresenta fino al 60% del corpo di un uomo. Undisputed era è null’altro che la perdita di questo liquido a piedi sotto al solleone. Sabbia che prende vita e fiorisce, piccoli movimenti armonici che puntellano di colori e di aromi il sale, ritornano echi da Louisville che ampliano la palette di un lavoro che si apre, mantenendo una tensione di fondo che stuzzica i nervi.
Chiude una ripresa di Nino Rota del tema di Gelsomina, da La Strada di Fellini, ed è il ghigno sardonico di un Maso che la strada l’ha deliberatamente persa, senza riuscire a schiantarsi ma soltanto aprire gas e trombe e cavi aperti e scintille.
Non conosco Massimo Perasso personalmente, conosco però il suo operato, la sua visione e, forse, l’essere abbastanza distante dai suoi riferimenti culturali (Fellini mi annoia, Jarmusch l’ho abbandonato da anni, il suono desertico mi sembra stitico ed il doom boh, non mi è pervenuto) mi rende più tranchant nel definire queste News from Home delle dannate buone notizie, di cui forse non sentivo la necessità ma porca madonna, averne del genere. Schiette, sincere, in grado di rendere punti di forza idee ed immagini piccole e personali che crescono, si nutrono di noi e si stagliano come ombre, lati oscuri fascinosi ed irresistibili che ci blandiscono con le solite vecchie promesse.